7/28/2009
Venerdì il verdetto per Aung San Suu Kyi – Articolo di Naw Say Phaw
Democratic Voice of Burma – Il processo di Aung San Suu Kyi, che si è
prolungato per quasi tre mesi, è finito questa mattina. Il verdetto
finale sarà pronunciato questo venerdì, ha riferito uno degli avvocati di Suu
Kyi.
Il processo contro la leader
dell’opposizione birmana ha subito continui ritardi, ma l’udienza finale
si è ufficialmente conclusa questa mattina alle ore 11.30, dopo che l’accusa ha
presentato le sue ultime istanze.
“La corte ha stabilito come data per il verdetto finale Venerdì 31 Luglio”
ha riferito l’avvocato Nyan Win, aggiungendo che la corte ha rigettato un appello fatto ieri dal team di avvocati della difesa per ascoltare un ultimo testimone.
Oggi è anche emerso che gli
avvocati di Aung San Suu Kyi hanno presentato nuovi argomenti sulla base
di una serie di dichiarazione fatte alle Nazioni Unite da un ex Ambasciatore
birmano che a lungo ha lavorato proprio presso il Palazzo di Vetro.
Secondo Nyan Win, l’Ambasciatore avrebbe dichiarato che nel 2003, il governo tecnicamente non mise Suu Kyi agli arresti domiciliari, in seguito all'attacco da parte di una banda al convoglio nel quale
stava viaggiando, ma piuttosto la leader venne costretta nella propria casa
per la propria sicurezza.
Il testimone invocato lavora presso il Ministero degli Esteri birmano, sebbene non è chiaro quale sia la sua identità.
“Ritenevamo questo punto vitale per
il caso e avevamo bisogno di un testimone per confermarlo, per questo abbiamo
avanzato la nostra proposta” ha detto Nyan Win “Ma la corte l’ha rigettata, dichiarando
che non era rilevante ai fini del processo”.
Suu Kyi avrebbe anche
dichiarato durante l’udienza di oggi che nel 2003 richiese assistenza legale ma che
questa le fu negata.
“A mio parere la corte ha rigettato la nostra richiesta per nascondere le vere ragioni per cui il
governo è contro di noi” ha detto Nyan Win.
Qualora, come viene diffusamente
pronosticato, verrà pronunciato un verdetto di colpevolezza, Suu Kyi potrebbe
rischiare fino a 5 anni di carcere, che la terrebbero agli arresti ben oltre le
elezioni dell’anno prossimo.
Nyan Win ha detto ieri che Suu Kyi “si
sta preparando per il peggio” (
n.d.r. “preparing for the worst”), mentre vari
leader internazionali stanno chiedendo in questi giorni il suo rilascio.
Se imprigionata, ha concluso Nyan Win, “continueremo
a cercare giustizia seguendo la legge”.
(
Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma)
(28 Luglio 2009)