Una coalizione di attivisti democratici della diaspora birmana ha organizzato proteste pacifiche in tutto il mondo il 7 dicembre 2024, presso le ambasciate e i consolati cinesi.
Le manifestazioni hanno richiamato l'attenzione sul continuo sostegno della Cina alla brutale giunta militare del Myanmar, evidenziando la palese ipocrisia di Pechino e il suo ruolo nel consentire la violenta
repressione del regime contro il popolo birmano.
Le principali richieste di protesta della coalizione erano le seguenti:
• Fine del rifugio diplomatico: la ripetuta protezione della giunta da parte della Cina presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
• Basta sostenere elezioni farsa: l'approvazione da parte di Pechino delle elezioni fraudolente della giunta del 2025
• Interrompere la fornitura di armi: la fornitura da parte della Cina di equipaggiamento militare mortale alla giunta, compresi aerei da combattimento
• Fine degli accordi di sicurezza privata: la proposta della Cina di istituire una società di sicurezza congiunta con la giunta
• Cessare la pressione sui gruppi etnici: i tentativi della Cina di costringere le forze rivoluzionarie etniche a un cessate il fuoco con la giunta
Dichiarazione degli organizzatori: "Stiamo alzando la voce contro il diretto e pericoloso sostegno della Cina al regime militare del Myanmar, a cui è stato permesso di portare avanti una violenza sistemica impunemente. Le azioni di Pechino, ovvero fornire armi, proteggere la giunta all'ONU e minare la volontà del popolo birmano, sono in diretto conflitto con le loro affermazioni di non interferenza e sostegno a un processo pacifico guidato dal Myanmar. Le dichiarazioni ufficiali della Cina di neutralità e coinvolgimento costruttivo sono una contraddizione assoluta con il suo ruolo distruttivo sul campo. Questa ipocrisia deve essere smascherata e chiediamo alla comunità internazionale, in particolare agli Stati Uniti, di ritenere la Cina responsabile della sua complicità in uno dei regimi più oppressivi del mondo".
Dal colpo di stato militare del Myanmar nel febbraio 2021, la Cina ha intensificato il suo sostegno alla giunta, tradendo la sua affermazione di non interferenza. Pechino ha costantemente fornito aiuti militari, compresi aerei da combattimento, sostenendo al contempo i controversi piani della giunta per le elezioni del 2025, che sono stati denunciati come una farsa dagli attivisti pro-democrazia. La Cina ha anche fatto pressione sulle forze rivoluzionarie etniche del Myanmar affinché avviassero negoziati di cessate il fuoco, che molti vedono come un altro tentativo di stabilizzare il controllo della giunta, non di portare a una vera pace. Nel settembre 2024, l'ambasciata cinese in Myanmar ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava di sostenere la sovranità del Myanmar e un processo di pace guidato dal Myanmar. Tuttavia, le azioni della Cina raccontano una storia molto diversa. La violenta repressione del dissenso da parte della giunta, resa possibile dal sostegno militare e diplomatico della Cina, ha portato a espulsioni diffuse, violazioni dei diritti umani e alla morte di migliaia di cittadini birmani innocenti. Questa contraddizione rivela che la cosiddetta "politica amichevole" della Cina è una mossa strategica per proteggere i suoi interessi geopolitici nel Sud-Est asiatico, indipendentemente dalle sofferenze del popolo birmano.
Le azioni della Cina non hanno fatto altro che consolidare il potere della dittatura militare, minando al contempo le speranze di milioni di birmani che aspirano alla libertà e alla democrazia.
Informazioni sulla coalizione: la coalizione degli attivisti per la democrazia della diaspora birmana è una rete globale di organizzazioni e individui impegnati a promuovere la democrazia, i diritti umani e la giustizia in Myanmar. Dal colpo di stato militare del 2021, la coalizione ha organizzato numerose proteste globali, campagne di advocacy e sforzi per aumentare la consapevolezza della crisi in corso in Myanmar.