La giunta militare respinge il pronunciamento ASEAN sul processo di Aung San Suu Kyi
Il processo contro la leader democratica Aung San Suu Kyi dominerà l’incontro Asia-Europa (Asem) che si sta tenendo in questi giorni ad Hanoi e che vedrà presenti i ministri degli Esteri di
45 paesi – l’Unione Europea, l’Asean, la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, l’India
e il Pakistan.
Il Commissario UE per le Relazioni Esterne, Benita
Ferrero-Waldner, ha auspicato che i Paesi asiatici si impegnino con la giunta
militare in modo tale che le cose cambino presto ma è convinta che la soluzione della crisi venga dall'Asia.
Nel frattempo,
la giunta respinge le accuse ricevute dall’ASEAN la settimana
scorsa.
Sul tema proponiamo un lungo articolo tratto da Irrawaddy e tradotto in
italiano.
IRRAWADDY – La giunta ha “respinto
con durezza” (ndr
“Strongly rejected”) il pronunciamento dell’Asean che condannava
il processo della leader democratica Aung San Suu Kyi.
Secondo i canali di informazione
del governo, la giunta militare ha affermato che il pronunciamento Asean della
settimana scorsa – che l’Unione Europea ha ieri definitivo “rimarchevole” – era
sbagliato nei fatti e deviava dalle pratiche usuali dell’ASEAN.
Il pronunciamento è stato fatto
in nome dell’Asean dal Chairman dell’Organizzazione, il Ministro degli Esteri
della Thailandia. “Tale pronunciamento fatto dal Chiarman dell’Asean – che non è
rituale nelle pratiche dell’Asean, incorretto nei fatti e interferisce negli
affari interni della Birmania
(ndr Myanmar) – è respinto con durezza dalla Birmania
(ndr Myanmar)” ha
riferito il governo birmano.
“E’ triste notare che il Chairman dell’Asean
ha fallito nel preservare la dignità dell’Asean, la dignità della Birmania (
ndr Myanmar)
e la dignità della Thailandia” continua il comunicato del regime, che è stato
anche pubblicato su giornali, televisioni e radio dello stato.
Pressata da Stati
Uniti e da Unione Europea, la Thailandia, attuale Chairman dell’Asean, ha
emesso un comunicato in cui si diceva che con gli occhi della comunità
internazionale sulla Birmania, “l’onore e la credibilità” del regime birmano
erano “in gioco”.
Nel Comunicato l'Asean
riaffermava la disponibilità del gruppo regionale di contribuire in modo
costruttivo al processo di riconciliazione nazionale e alla transizione
pacifica verso la democrazia in Birmania, mentre chiedeva l’immediato rilascio
di Aung San Suu Kyi.
“L’Asean sta tentando piccoli passi per
far smuovere la posizione della Birmania”, così riferisce Debbie Stothard, coordinatrice
del gruppo di advocacy regionale Altsean-Burma. “L’Asean ha bisogno di essere
più dura per superare le tattiche prepotenti della giunta militare birmana”.
“I leader militari birmani sono la principale ragione per cui milioni di richiedenti asilo e migranti hanno
lasciato la Birmania e hanno creato le condizioni per sostenere crimine
transnazionale” ha detto “ La giunta ha creato la più seria crisi umanitaria
nella storia e sta conducendo la guerra più lunga del mondo. La reazione
difensiva della Birmana contro il comunicato Asean dovrebbe essere un buon
segnale che l’Asean sia ora sul binario giusto”.
Nel frattempo, i rappresentanti UE al
meeting di Hanoi chiedono al regime di liberare Suu Kyi. Hanno fatto la richiesta
all’inizio della due giorni di incontri nella capitale vietanamita con i
rappresentanti di 45 paesi di Asia e Europa.
Il Meeting Asia-Europa (Asem) a Hanoi è
stato convocato per discutere modi per interrompere la recessione economica
mondiale e per rafforzare la cooperazione economica.
Ma ci si aspetta che tutto questo sia
superato tanto dal processo contro Suu Kyi, quanto dai test nucleari
nordcoreani di lunedì.
All’incontro partecipano i Ministri degli
Esteri dell’Unione Europea, i dieci paesi dell’Asean più Cina, India, Corea del
Sud, Giappone, Mongolia e Pakistan.
Parlando a Parigi prima dell’incontro
Asean, Rama Yade, il Ministro francese per i diritti umani, ha detto a TV5
Monde in un intervista che ora è compito dei governi asiatici rafforzare le
pressioni sulla Birmania.
“E’ ovvio che la chiave è in Asia” ha detto
Yade. Il Ministro francese ha descritto l’arresto di Suu Kyi come un “pretesto
per gettarla in prigione e metter su un finto processo”. Yade ha avvertito: “Se
noi la perdiamo, sarà sulla nostra coscienza”.
In ogni caso, un incontro UE-Cina della
scora settimana a Brussels non è riuscito a trovare un
accordo su nuove possibili pressioni da adottare sul regime birmano per
ristabilire la democrazia.
Mentre la Thailandia – nonostante abbia
emanato il comunicato – ha detto che l’Asean non cambierà la sua posizione di
coinvolgimento della Birmania, la Cina ha rifiutato di partecipare. Il Primo
Ministro cinese Wen Jiabao ha chiesto all’Unione Europea di “assicurare che le
proprie relazioni bilaterali non saranno colpite in modo negativo da incidenti
individuali”
(Puoi leggere l'articolo in orginale su
http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15727)