La situazione sociale in Birmania, nei campi per sfollati degli Stati etnici, nel settore economico, la situazione del lavoro
Il governo birmano ha deciso di mantenere le misure restrittive per il Covid 19 fino a metà maggio, nonostante il basso numero di casi registrati sino ad oggi, anche se il Ministero della Sanità ha dichiarato che vi sonno oltre 40.000 casi sospetti, mentre solo146 sono i casi confermati e 5 le vittime. Il problema deriva dal fatto, come per altri paesi che sono stati effettuati i test su solamente 7.000 persone. ”Il numero di casi positivi potrebbe salire a fronte di più test” ha dichiarato il ministro della Salute U Myint Htwe: “solo in quel modo saremo in grado di conoscere il livello dell’infezione e potremo attivare ulteriori misure nelle Townships che hanno un numero maggiore di casi.
Secondo una inchiesta di Human Rights Watch (Hrw), ripresa da Asia News, almeno 350mila sfollati interni in Myanmar sono “seduti sul sentiero di una possibile catastrofe pubblica” sul piano sanitario. Ad aggravare la situazione il sovraffollamento nei campi, le restrizioni ai movimenti e le pessime condizioni del sistema sanitario che hanno lasciato scoperti i più vulnerabili, fra cui le minoranze e i gruppi etnici, di fronte a un dilagare dell’epidemia. In Rakhine, a seguito dello scontro armato tra l’Arakan Army e l’esercito nazionale vi sono oggi circa 160.000 sfollati che sopravvivono in precari campi profughi o nei monasteri, senza alcuna assistenza sanitaria e, sia nel Rakhine che negli altri campi profughi sparsi per gli Stati etnici, le misure di prevenzione e di distanziamento sociale sono impossibili. Più di 107.000 persone vivono in 172 campi per sfollati nello Stato Kachin e nello Shan settentrionale; circa il 36 percento si trova in aree al di fuori del controllo del governo.
L'ufficio del Presidente del Myanmar ha formato un Comitato di Coordinamento che sta lavorando con le Organizzazioni Etniche Armate (OEA) per contenere la diffusione di COVID-19 nei territori controllati dai gruppi armati. Il comitato composto da quattro membri condividerà informazioni e azioni sulla prevenzione, il contenimento e il trattamento del coronavirus. Molte delle organizzazioni etniche armate hanno già effettuato controlli sanitari e attività di sensibilizzazione sul COVID-19 rispettivamente negli Sati Karen, Shan e Kachin. Poiché gli EAO hanno sede lungo i confini con la Tailandia e la Cina, i loro rappresentanti hanno già svolto un ruolo chiave nel contribuire a effettuare attività di sensibilizzazione e l'assistenza sanitaria ai migranti che sono stati rimpatriati. Purtroppo però nel Rakhine, poiché l’Arakan Army è considerata una organizzazione terrorista non è stato possibile avviare alcun confronto su questa emergenza. Negli ultimi periodi, secondo il Ministero della Salute, più di 46.000 immigrati sono tornati in Birmania, tra cui 36.000 dalla Tailandia. In una dichiarazione, il governo ha avvertito di possibili epidemie e ha esortato i lavoratori rientranti a mettersi in quarantena e a limitare i loro movimenti.
Molti lavoratori migranti di ritorno sono rientrati in Myanmar attraverso lo stato di Karen nel sud-est del paese, dove nuovi scontri tra l'esercito e l'esercito di liberazione nazionale Karen hanno prodotto 2.000 nuovi sfollati dal febbraio scorso, che vanno ad aggiungersi ad almeno 6.000 che vivono nei campi dal 2017.
Il Cardinale birmano Charles Maung Bo ha sostenuto la richiesta del Segretario generale ONU per un cessate il fuoco globale anche in Birmania. “Le conseguenze della pandemia sono catastrofiche per la salute pubblica e per la vita sociale ed economica. Non è il momento di intensificare il conflitto ", ha dichiarato il Cardinale Charles Bo, in una dichiarazione rilasciata il 22 aprile.
"Sono convinto che le continue operazioni militari, proprio quando l'intera nazione sta attraversando una crisi, avrà conseguenze catastrofiche per la nostra nazione", avverte il Cardinale, che è anche presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC).” “Ora è il momento delle decisioni che costruiranno il Myanmar come nazione unita, pacifica, prospera e parte della famiglia delle nazioni", ha affermato, aggiungendo," Il conflitto rende il Myanmar particolarmente vulnerabile ".
Sul piano economico, a seguito di un dialogo costante con le parti sociali, nel quale la Confederazione CTUM ha giocato un forte ruolo propositivo, il governo ha annunciato che metterà a disposizione 1 miliardo di MMK per il pagamento del 40% dei salari ai lavoratori che soddisfano i seguenti requisiti:
(A) assunzione in uno fabbrica, officina o stabilimento chiuso in attesa di una ispezione sulla conformità alle misure di prevenzione COVID-19. (B) essere temporaneamente senza lavoro a causa della chiusura; e (C) essere registrato e assicurato presso il Consiglio per la Sicurezza Sociale.
Il pagamento del 40% sembra essere limitato al periodo durante il quale la fabbrica, l'officina o lo stabilimento sono stti chiusi in attesa di ispezione; La notifica non menziona se il datore di lavoro è obbligato a pagare i salari; inoltre non menziona alcun limite (ad es. il salario minimo) per il pagamento.
I lavoratori interessati dovranno presentare la domanda del datore di lavoro presso l'Ufficio di previdenza sociale della township.
L’Unione Europea inoltre ha donato 5 milioni di Euro come contributo al pagamento dei salari delle lavoratrici del settore abbigliamento che sono state licenziate (25.000 nella sola zona industriale di Yangon). I fondi grazie alla consultazione con il sindacato verranno inviati attraverso Wave money direttamente alle lavoratrici. Complessivamente sono 60.000 i lavoratori licenziati per assenza di ordini.
Ai lavoratori non è consentito effettuare manifestazioni di protesta.
Chiusura delle fabbriche: in Birmania operano 7.000 fabbriche, officine e stabilimenti di cui 6.632 nella sola Regione di Yangon con 680.000 lavoratori e lavoratrici. Le fabbriche rimarranno chiuse fino al termine delle ispezioni, per verificare la conformità con le misure di prevenzione, in particolare misure di distanziamento sociale, controllo della febbre, misure igieniche. Inizialmente molte aziende della zona industriale sono state chiuse per assenza di materie prime dalla Cina. Il sindacato CTUM ha discusso con l’associazione degli imprenditori cinesi in Birmania e ha ottenuto la garanzia che le imprese riapriranno entro la fine di aprile e che le materie prime arriveranno. Il secondo problema è derivato dalla chiusura dei centri commerciali e dalla conseguente cancellazione del pagamento degli ordini fatti, ma la CTUM a seguito di un negoziato con i grandi marchi internazionali: H&M, C&A, Inditex, Bestseller ha ottenuto il pagamento delle merci prodotte.
Il 19 aprile 2020, il Ministero del lavoro ha annunciato che fabbriche, officine e stabilimenti (intesi come "dipartimenti" nella traduzione) dovrebbero restare chiusi dal 20 aprile 2020 fino a quando una squadra di ispettori, composta da funzionari del Ministero della sanità e dello sport, del Ministero del lavoro, e di altre persone, certificherà la loro conformità alle misure di prevenzione COVID-19 elaborate da il Ministero della salute e dello sport (esiste anche una versione a osso nudo).
Il piano è quello di effettuare ispezioni secondo il seguente ordine di priorità: (i) fabbriche farmaceutiche; (ii) fabbriche di produzione alimentare; (iii) fabbriche, officine e stabilimenti che dichiarano di essere conformi; (iv) fabbriche e officine con oltre 1.000 lavoratori; e (v) altre fabbriche, officine e stabilimenti. Tutte le ispezioni dovrebbero essere effettuate entro il 30 aprile 2020. Questo periodo potrebbe essere stato prolungato nel frattempo al 15 maggio 2020, in linea con una dichiarazione alquanto confusa su "l'estensione delle norme e delle direttive emesse dal comitato centrale per la prevenzione COVID-19 ”, ma anche questa sequenza temporale probabilmente estesa sembra essere poco realistica, dato che ci sono più di 6.000 fabbriche nella sola regione di Yangon. L'annuncio almeno in teoria non si applica solo alle fabbriche, ma a tutte le imprese indipendentemente dalla loro posizione, settore e dimensioni.
Sicurezza sociale Va notato che le prestazioni di sicurezza sociale in Birmania, in sostanza, coprono solo le cure mediche e il pagamento (ridotto) delle retribuzioni in caso di malattia o gravidanza. Non ci sono sussidi di disoccupazione. I dipendenti licenziati hanno diritto a prestazioni previdenziali fino a un anno. Gli obblighi di pagamento del contributo previdenziale sono sospesi durante la chiusura dell'attività. Un datore di lavoro è tenuto a tenere un elenco dei dipendenti che hanno diritto alle prestazioni di sicurezza sociale e a renderlo disponibile su richiesta. Il pagamento dei contributi mensili per la sicurezza sociale è differito di 3 mesi.
Contemporaneamente la Banca Centrale birmana ha tagliato ulteriormente i tassi d’interesse di ulteriori 1,5 punti percentuali. Questa è la terza volta che sono stati ridotti i tassi da quando è stato annunciato un taglio di 0,5 punti percentuali il 12 marzo, seguito da un'ulteriore riduzione di 1 punto percentuale il 24 marzo. In totale, la Banca Centrale ha tagliato i tassi di 3 punti percentuali, in meno di due mesi, con l’obiettivo di incoraggiare i prestiti a basso tasso di interesse alle imprese per facilitare una ripresa economica. Secondo la direttiva della Banca, il tasso minimo di deposito bancario sarà ridotto dal 6,5% al 5%, mentre il tasso massimo di prestito sarà ridotto dall'11,5 al 10% per i prestiti garantiti e dal 14,5 al 13% per i prestiti non garantiti.
Altre misure di prevenzione COVID-19
E’ stato vietato l’arrivo di voli commerciali internazionali in Myanmar fino al 15 maggio 2020 ed è stata sospesa l’emissione di tutti i tipi di visto e dei viaggi senza visto fino al 15 maggio 2020.
Il 50% di tutti i dipendenti pubblici deve lavorare da casa. Molti servizi governativi non essenziali sono sospesi. I funzionari governativi incaricati di una determinata questione potrebbero essere in quarantena e non disponibili.
Sono stati vietati gli assembramenti di cinque o più persone in tutto il paese con limitate eccezioni.
Nella regione di Yangon (fino al 18 giugno 2020) e in molte altre Regioni e Stati è stato istituito un coprifuoco dalle 22:00 alle 4:00 di mattina e 10 township nella regione di Yangon sono stati messe sotto semi lockdown.
E’ stato adottato un sistema puntuale per rintracciare coloro che si sospetta possano aver avuto contatti con una persona infetta. Chiunque sia stato individuato viene messo in quarantena in una struttura o in hotel per 21 giorni e, in quarantena domestica, per 7 giorni. I condomini, gli hotel, i compound, le fabbriche e le strade in cui è stato trovato un caso COVID-19 vengono rigorosamente chiusi; le persone che si trovano al loro interno vengono messe in quarantena.
Chi viola la quarantena rischia l'azione penale. Viaggiare attraverso il paese è diventato molto difficile. I viaggiatori rischiano di essere messi in quarantena all'arrivo (tra gli altri, questo vale anche per chi arriva a Nay Pyi Taw per incontrare dei funzionari governativi. Inoltre è vietato anche attraversare determinati comuni o villaggi, soprattutto se si viaggia su un auto con la targa di Yangon, visto che la maggior parte delle infezioni da Covid19 è stata rilevata a Yangon.
Il Ministero della Salute e dello Sport ha chiesto alle famiglie in tutto il paese di delegare una persona per fare la spesa e di limitare gli acquisti a una volta alla settimana. Esistono varie restrizioni a livello regionale, statale e comunale come la chiusura di negozi e la possibilità per i ristoranti di vendere solo pasti da asporto.
Il governo ha posto in lockdown edifici, strade, Townships e villaggi con il maggior numero di casi. E’ stato istituito un numero verde gestito da 45 medici e 19 infermieri che rispondono tutti i giorni dalle 8 di mattina alle 8 di sera alle domande sul Covid 19. Gli studenti della facoltà di tecnologia di Mandalay stanno testando una macchina disinfettante telecomandata e un trasportatore alimentare telecomandato che doneranno all'ospedale di Kandawnadi, che sta trattando i casi di Covid19. Una fabbrica di abbigliamento a conduzione familiare di Myeik nella Regione di Tanintharyi sta producendo maschere lavabili e riutilizzabili per volontari in prima linea.