9/19/2012
storico incontro tra Obama e Aung San Suu Kyi

 È la prima volta che il presidente americano si trova di fronte alla leader dell’opposizione birmana, in visita negli Stati Uniti. L’appuntamento strettamente privato col presidente Usa - a differenza di quello ufficiale con il segretario di Stato, Hillary Clinton - non era in programma e rappresenta la ciliegina sulla torta di questa tournee americana che per il premio Nobel della Pace si è già rivelata un trionfo. La lady di ferro birmana è stata accolta in pompa magna anche a Capitol Hill, dove è stata insignita della prestigiosa medaglia d’oro del Congresso, la più alta onorificenza civile negli Stati Uniti.

«La visita di Aung San Suu Kyi ci permette di riaffermare ancora una volta il nostro sostegno di lunga data alla sua lotta e alla lotta di molti altri per un governo democratico, giusto e trasparente in Birmania», ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, che ha tenuto a precisare come l’amministrazione Obama sia soddisfatta anche dei rapporti con l’attuale presidente birmano, Thien Sein, che la prossima settimana sarà a New York per partecipare all’Assemblea generale degli Stati Uniti. A dimostrazione di ciò, il Dipartimento al Tesoro ha deciso di depennare il nome di Thien Sein, ex generale legato al passato regime di Rangoon, dalla lista nera delle persone accusate di aver partecipato negli scorsi anni alla repressione politica in Birmania e per questo colpite da sanzioni. Un gesto distensivo che spiana ancor di più la strada all’eliminazione delle sanzioni americane ancora in vigore contro la Birmania. Eliminazione chiesta a gran voce dalla stessa San Suu Kyi anche nell’incontro avuto con Hillary Clinton, che è però tornata a mettere in guardia il governo birmano dai rischi di un ritorno al passato, ancora esistenti, e da quelli legati a eventuali relazioni pericolose col regime della Corea del Nord.

La leader birmana in una intervista a  Voice of America  ha dichiarato che il percorso di cambiamento politico in Birmania nel corso degli ultimi due anni è sorprendente e che l0esercito non si è ancora impegnato per un completo cambiamento, che dovrebbe icludere la modifica di alcune parti della Costituzione che attribuisce poteri eccezionali all’esercito rispetto al governo civile. “secondo l’attuale costituzione, l’esercito può sempre assumere la responsabilità di governo  se ritiene sia necessario. Quindi fino a quando l’esercito non si impegnerà esplicitamente e in modo consistente a sostegno del processo democratico, non potremo dire che il cambiamento è irreversibile.

Aung San Suu Kyi ha anche dichiarato di sostenere la abolizione delle sanzioni USA perchè è tempo per il popolo birmano di camminare con le proprie gambe.
“In molti hanno sostenuto che le sanzioni hanno punito economicamente la Birmania, ma io non concordo con questa posizione. Se si guarda il rapporto del FMI per esempio, questo chiarisce che l’impatto economico sulla Birmania non è stato così pesante. Ma credo che invece l’impatto politico sia stato molto forte e ci ha aiutato nella nostra lotta per la democrazia.” ha dichiarato la leader birmana.