Inviata ONU per i diritti umani è di nuovo in Birmania
obiettivo verificare il rispetto dei diritti umani e controllare il processo elettorale

L’Inviata ONU per i Diritti Umani  in Birmania Yanghee Lee, è attualmente nel paese per la sua terza visita ufficiale da quando ha assunto l’incarico nel giugno 2014.

Lee incontrerà alcuni funzionari governativi, rappresentanti della società civile ed altri stakeholders nel corso del suo viaggio che durerà cinque giorni allo scopo di verificare gli eventuali sviluppi positivi sui diritti umani nel paese. “la Birmania è ad un punto importante e continuerò a portare avanti il mio ruolo in modo equilibrato, imparziale e trasparente” ha dichiarato la Signora Lee prima di iniziare la sua missione. Nel corso della visita l’inviato Onu raccoglierà anche informazioni  sul processo elettorale  in vista delle elezioni previste per l’8 novembre prossimo. L’inviato speciale ha effettuato una visita molto discussa lo scorso gennaio quando il ministro degli esteri l’ha accusata in una dichiarazione di essere “selettiva” e di intromettersi nella sovranità di uno stato. L’inviata ONU fu insultata anche dal monaco estremista U Wirathu che l’ha chiamata “troia” e “prostituta” appellativi che secondo la Signora Lee il governo avrebbe dovuto condannare. Lee terrà una conferenza stampa venerdì prossimo  e presenterà ad ottobre un rapporto all’Assemblea Generale ONU.

Lo scorso marzo l’inviato speciale ONU aveva relazionato al Consiglio per i Diritti Umani offrendo un aggiornamento su alcune questioni molto scottanti quali le tensioni presso Latpadan che hanno coinvolto gli studenti in lotta per ottenere cambiamenti alla legge sulla educazione. “ sono stata molto infastidita dai rapporti del 10 marzo che riferivano di un uso eccessivo e sproporzionato della forza contro studenti e civili e che 127 persone erano state arrestate. “.. “sono stata disturbata dai rapporti circa la presenza di individui in borghese che operavano accanto alla polizia e enfatizzo i pericoli di utilizzo di personale irregolare nelle funzioni di attuazione delle leggi se tali persone non sono adeguatamente formate e rese pienamente responsabili.”