9/25/2007
20.000 monaci in piazza a Rangoon

La polizia impedisce ai monaci di avvicinarsi alla residenza di Aung San Suu Kyi

si teme fortemente che la giunta infiltri le manifestazioni con agenti in borghese e persone violente in modo da far degenerare le manifestazioni e poterle reprimerle con la forza

23,settembre 2007 g

Polizia antisommossa armata ha impedito ad una vasta folla di monaci e manifestant di avvicinarsi nuovamente alla abitazione della leader birmana Aung San Suu Kyi

Le forze di sicurezza hanno permesso ai monaci sabato scorso di avvicinarsi alla casa vicino al lago dove è agli arresti domiciliari da undici anni la leader birmana Aung San Suu Kyi. Sabato la leader birmana è uscita dai cancelli della sua casa prigione per pregare e salutare I monaci che dimostravano.. Eè stata questa la prima uscita della leader birmana dal giorno del suo ultimo arresto.

Le forze anti sommossa si trovavano di fronte ai cancelli sabato ma avevano permesso a gruppi di monaci di avvicinarsi. Ma domenica quando 400 monaci e dimostranti per la democrazia avevano cercato di avvicinarsi di nuovo alla casa della leader sono stati bloccati da barricate erette alla fine della strada. Due monaci in rappresentanza dei dimostranti hanno cercato di negoziare con la polizia invano e poi si sono ritirati. La fola si è dispersa pacificamente.

In mattinata. Circa 20.000 monaci, monache e dimostranti applauditi dalla folla lungo la striada che li attendeva attraverso il centro di Rangoon. Il percorso li ha portati atrraverso la Shwedagon Pagoda, la ambasciata americana, la antica Sule Pagoda al centro. La folla lungo il percorso si è data la mano formando una catena di protezione dei monaci lungo la strada. Un volantino prodotto dalla Alleanza di tutti i Monaci Buddisti Birmani, ottenuto da Irrawaddy domenica lanciava un appello agli studenti, ai lavoratori, ai contadini, agli artisti, agli intellettuali di aderire e partecipare alle manifestazioni pacifiche. L’azione dei monaci rappresenta la piu’ grande sfida alla giunta militare da quasi 20 anni.

Il volantino afferma che le manifestazioni dovrebero insistere su tre richieste: alleviare il peso delle vita quotidiana del popolo, liberare i prigionieri politici, e  promuovere la riconciliazione nazionale.

Nel frattempo il ministro birmano per l’informazone il Brig-Gen Kyaw Hsan ha chiesto ai giornalisti birmani agli scrittori, agli attori e alle attrici di firmare un appello e di non partecipare alle dimostrazioni.