05/10/2012
Maung Maung, leader sindacale birmano può rientrare liberamente dopo 24 anni in Birmania
Il mese di settembre si apre con il rientro in Birmania del Segretario Generale dell’FTUB Maung Maung dopo 24 anni di esilio nel corso dei quali il leader sindacale e centinaia di altri sindacalisti sono stati accusati di terrorismo e di attività sovversive contro la dittatura militare. Anni nei quali le loro famiglie sono state sottoposte a ritorsioni, arresti, minacce e pedinamenti quotidiani da parte di agenti dei servizi segreti. Il rientro in Birmania è stato consentito grazie alla decisione del Presidente della Repubblica birmana di togliere circa 2000 dissidenti in esilio da una lista di persone “non grate” al fine di poter promuovere un dialogo finalizzato alla pacificazione e allo sviluppo democratico del paese.
“Siamo estremamente felici per la decisione assunta dal governo birmano di permettere il ritorno in Birmania di Maung Maung, Segretario Generale del sindacato birmano FTUB.
Ha dichiarato il Segretario Generale della CISL Raffaele Bonanni. “Tale decisione è una vittoria del sindacato mondiale e della CISL che da anni ha impegnato tutta l’ organizzazione a sostegno della democrazia, i diritti umani e del lavoro in questo importantissimo paese asiatico ed è un ulteriore passo , seppur con ancora numerosi limiti e dopo oltre cinquanta anni, per la realizzazione della libertà sindacale e dei diritti del lavoro in Birmania”.
“Oggi è una giornata di grande gioia per il sindacato birmano e per la CISL . Per la realizzazione di questo obiettivo, immense sono state e sono tutt’ora le rinunce e i sacrifici che i sindacalisti e le sindacaliste birmane hanno fatto con anni e anni di carcere o di esilio in condizioni di grandi difficoltà e di privazioni sul piano delle libertà personali, degli affetti e dei sogni di vita, per la promozione della democrazia e dei diritti del lavoro.
In questa delicatissima fase di transizione e di nuove sfide per un corretto sviluppo democratico, sociale, economico del paese si dovrà porre le basi, direttamente in Birmania, per la costruzione di un forte movimento sindacale, democratico e indipendente. Ora il governo italiano, la UE e l’ILO dovranno impegnarsi con il contributo sindacale, per far si che si realizzi la piena libertà sindacale, la promozione del lavoro dignitoso, e la garanzia che gli investimenti delle imprese europee ed italiane si sviluppino nel pieno rispetto dei diritti umani, del lavoro e dell’ambiente. Altri sindacalisti dell’FTUB si preparano a rientrare per poter lavorare alla costruzione del sindacato. Al suo rientro in Birmania, Maung Maung è stato accolto all’aeroporto da una delegazione di sindacalisti birmani, dal Responsabile ILO e dalla sua famiglia che non vedeva da 24 anni.