10/10/2005
Turismo strumento di potere in Birmania

di C. Brighi

Il regime militare della Birmania lanciò una grande campagna internazionale tra il 1996 e il 1997 per richiamare i turisti a questa terra veramente tra le più belle e varie del mondo. Ma molte zone della Birmania sono vietate ai turisti a causa delle operazioni militari, del traffico dei narcotici lungo le frontiere e della discussa costruzione di un gasdotto nel Sud del paese. Inoltre, la realizzazione di molti progetti turistici ha comportato l'impiego massiccio di lavoro forzato, espropriazioni arbitrarie delle proprietà, rilocazione obbligatoria ed altre violazioni dei diritti umani. II motivo per il quale il Consiglio di Stato per la Pace e per lo Sviluppo (fino a novembre del 1997 conosciuto come Consiglio di Stato per la Restaurazione dell'Ordine e della Legge o SLORC) desidera che vi sia una maggiore affluenza di turisti in Birmania , non costituisce un segreto.

Gli stessi generali confessano che il guadagno di valuta pregiata costituisce la loro principale motivazione. Sperano anche che il grande afflusso di turisti internazionali possa conferire una rispettabilità e credibilità internazionale a una dittatura militare tra le peggiori al mondo in materia di violazione dei diritti umani. Poco visitata e relativamente non deturpata dal turismo di massa, la Birmania viene proposta come una nuova destinazione per delle vacanze esotiche. Alcuni sostengono che l'aumento del turismo in Birmania aprirà il paese alle influenze liberatrici. Ma molti visitatori hanno scarse possibilità di scoprire le realtà della vita quotidiana in Birmania.

Viaggiare negli alberghi di prima categoria e partecipare alle visite turistiche in mezzo a confortevoli sistemi di aria condizionata, non offre molte possibilità di conoscere la gente comune della Birmania. Anche gli incontri fortuiti sono falsati per il timore della popolazione nei confronti degli agenti del regime militare, la cui onnipresenza costituisce lo strumento principale del terribile governo della Giunta. Lo stretto controllo dell'esercito riduce al minimo le possibilità di una relazione genuina tra la popolazione e i visitatori.

Raramente i profitti del turismo raggiungono la gente comune. L'esercito partecipa inoltre in molte joint ventures a scopo turistico e tra l'altro, si sospetta che molte iniziative alberghiere servano da copertura per il riciclaggio di denaro proveniente dal traffico dell'eroina. I gruppi a favore della democrazia in Birmania chiedono ai turisti di stare alla larga dal paese e di boicottare gli sforzi della giunta. Molte agenzie di viaggio e tour operator hanno pubblicamente dichiarato che non prenoteranno posti ne organizzeranno viaggi in Birmania.

Tali sforzi sembrano aver sortito effetto: la media delle presenze negli hotel di lusso è scesa del 40%. Daw Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace e leader dei movimenti birmani per la democrazia, ritiene che i turisti non dovrebbero visitare la Birmania fino a quando non sia restaurata la democrazia. "Riteniamo che è ancora troppo presto per far venire i turisti, gli investitori o eventuali aiuti in Birmania" è quanto disse nel novembre del 1995 nella sua residenza di Rangoon "Ci piacerebbe vedere accadere tutto questo a condizione di un chiaro progresso verso la democratizzazione". Nel 2002 Aung San Suu Kyi ha reiterato la sua richiesta di boicottaggio del turismo. In un’intervista alla BBC ha affermato:

“La nostra politica verso il turismo non è cambiata, ovvero non siamo ancora al punto di poter incoraggiare le persone a venire  in Birmania per turismo”:  E' stato riferito l'impiego di lavoro forzato su vasta scala in molti progetti di sviluppo turistico; tra cui la ricostruzione del fossato che circonda il Palazzo Dorato a Mandalay, la costruzione un nuovo argine nel Lago Inle, nello Stato Shan del Sud, di una linea ferroviaria in prossimità del complesso del Tempio pagano, e la costruzione o ampliamento di aeroporti in tutto il paese per permettere di accogliere gli aerei passeggeri dei tour organizzati. Le Nazioni Unite e i gruppi per i diritti umani hanno documentato le terribili condizioni e il brutale trattamento che accompagna il lavoro forzato in Birmania.

Lo sforzo della giunta per attrarre turismo "..è responsabile di molto lavoro forzato ...", ha osservato San Suu Kyi "...per costruire facciate che faranno colpo sui turisti". Un rapporto del 1998 dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro)  fornisce evidenti prove di lavoro forzato legato a progetti di sviluppo turistico e arriva a concludere “C’è palese  evidenza .. che mostra l’uso massiccio di lavoro forzato imposto alla popolazione civile in tutta la Birmania dalle autorità e dai militari”. A Mandalay e in molte altre città decine di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni senza un compenso per rendere le zone più attraenti per i turisti. Molte proprietà sono state arbitrariamente requisite per costruire nuovi alberghi o infrastrutture per i turisti. Esistono anche alcune motivazioni di ordine pratico per cui i turisti dovrebbero pensarci due volte prima di visitare la Birmania.

A causa dell'instabilità del paese, molte polizze assicurative di viaggio escludono espressamente la Birmania da qualsiasi copertura e l'infrastruttura medica del paese è collassata. Molte persone per riguardo verso i diritti della popolazione Birmana hanno deciso di posporre la loro visita del paese. Altri, preoccupati solo della propria salute e del proprio benessere hanno preso la stessa decisione.