di C. Brighi
Il
regime
militare della Birmania lanciò una grande campagna internazionale tra
il 1996 e il 1997 per richiamare i turisti a questa terra veramente tra
le più belle e varie del mondo. Ma molte zone della Birmania sono
vietate ai turisti a causa delle operazioni militari, del traffico dei
narcotici lungo le frontiere e della discussa costruzione di un
gasdotto nel Sud del paese. Inoltre, la realizzazione di molti progetti
turistici ha comportato l'impiego massiccio di lavoro forzato,
espropriazioni arbitrarie delle proprietà, rilocazione obbligatoria ed
altre violazioni dei diritti umani. II motivo per il quale il Consiglio
di Stato per la Pace e per lo Sviluppo (fino
a
novembre
del 1997 conosciuto come Consiglio di Stato per la Restaurazione
dell'Ordine e della Legge o SLORC) desidera che vi sia una maggiore
affluenza di turisti in Birmania , non costituisce un segreto.
Gli
stessi generali confessano che il guadagno di valuta pregiata
costituisce la loro principale motivazione. Sperano anche che il grande
afflusso di turisti internazionali possa conferire una rispettabilità e
credibilità internazionale a una dittatura militare tra le peggiori al
mondo in materia di violazione dei diritti umani. Poco visitata e
relativamente non deturpata dal turismo di massa, la Birmania viene
proposta come una nuova destinazione per delle vacanze esotiche. Alcuni
sostengono che l'aumento del turismo in Birmania aprirà il paese alle
influenze liberatrici. Ma molti visitatori hanno scarse possibilità di
scoprire le realtà della vita quotidiana in Birmania.
Viaggiare
negli alberghi di prima categoria e partecipare alle visite turistiche
in mezzo a confortevoli sistemi di aria condizionata, non offre molte
possibilità di conoscere la gente comune della Birmania. Anche gli
incontri fortuiti sono falsati per il timore della popolazione nei
confronti degli agenti del regime militare, la cui onnipresenza
costituisce lo strumento principale del terribile governo della Giunta.
Lo stretto controllo dell'esercito riduce al minimo le possibilità di
una relazione genuina tra la popolazione e i visitatori.
Raramente
i profitti del turismo raggiungono la gente comune. L'esercito
partecipa inoltre in molte joint ventures a scopo turistico e tra
l'altro, si sospetta che molte iniziative alberghiere servano da
copertura per il riciclaggio di denaro proveniente dal traffico
dell'eroina. I gruppi a favore della democrazia in Birmania chiedono ai
turisti di stare alla larga dal paese e di boicottare gli sforzi della
giunta. Molte agenzie di viaggio e tour operator hanno pubblicamente
dichiarato che non prenoteranno posti ne organizzeranno viaggi in
Birmania.
Tali
sforzi sembrano aver sortito effetto: la media delle presenze negli
hotel di lusso è scesa del 40%. Daw Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per
la Pace e leader dei movimenti birmani per la democrazia, ritiene che i
turisti non dovrebbero visitare la Birmania fino a quando non sia
restaurata la democrazia. "Riteniamo che è ancora troppo presto per far
venire i turisti, gli investitori o eventuali aiuti in Birmania" è
quanto disse nel novembre del 1995 nella sua residenza di Rangoon "Ci
piacerebbe vedere accadere tutto questo a condizione di un chiaro
progresso verso la democratizzazione". Nel 2002 Aung San Suu Kyi ha
reiterato la sua richiesta di boicottaggio del turismo. In
un’intervista alla BBC ha affermato:
“La nostra politica verso il turismo non è cambiata, ovvero non siamo ancora al punto di poter incoraggiare le persone a venire in Birmania per turismo”: E'
stato riferito l'impiego di lavoro forzato su vasta scala in molti
progetti di sviluppo turistico; tra cui la ricostruzione del fossato
che circonda il Palazzo Dorato a Mandalay, la costruzione un nuovo
argine nel Lago Inle, nello Stato Shan del Sud, di una linea
ferroviaria in prossimità del complesso del Tempio pagano, e la
costruzione o ampliamento di aeroporti in tutto il paese per permettere
di accogliere gli aerei passeggeri dei tour organizzati. Le Nazioni
Unite e i gruppi per i diritti umani hanno documentato le terribili
condizioni e il brutale trattamento che accompagna il lavoro forzato in
Birmania.
Lo sforzo della giunta per attrarre turismo "..è responsabile di molto lavoro forzato ...",
ha osservato San Suu Kyi "...per costruire facciate che faranno colpo
sui turisti". Un rapporto del 1998 dell’OIL (Organizzazione
Internazionale del Lavoro) fornisce evidenti prove di lavoro forzato legato a progetti di sviluppo turistico e arriva a concludere “C’è palese evidenza
.. che mostra l’uso massiccio di lavoro forzato imposto alla
popolazione civile in tutta la Birmania dalle autorità e dai militari”.
A Mandalay e in molte altre città decine di migliaia di persone sono
state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni senza un compenso
per rendere le zone più attraenti per i turisti. Molte proprietà sono
state arbitrariamente requisite per costruire nuovi alberghi o
infrastrutture per i turisti. Esistono anche
alcune motivazioni di ordine pratico per cui i turisti dovrebbero
pensarci due volte prima di visitare la Birmania.
A
causa dell'instabilità del paese, molte polizze assicurative di viaggio
escludono espressamente la Birmania da qualsiasi copertura e
l'infrastruttura medica del paese è collassata. Molte persone per
riguardo verso i diritti della popolazione Birmana hanno deciso di
posporre la loro visita del paese. Altri, preoccupati solo della
propria salute e del proprio benessere hanno preso la stessa decisione.