20/11/2009
La Birmania non elimina il lavoro forzato: ILO – Articolo di Mungpi
Mizzima – Il Consiglio dell’ILO, questo giovedì, ha
dichiarato che il regime militare birmano ha fallito nell’attuare le
raccomandazioni fatte dalla Commissione d’Inchiesta per l’eliminazione dell’uso
del lavoro forzato.
La
decisione del Consiglio è stata fatta sulla base delle informazioni presentate
dal Liasion Officer dell’ILO e sulle dichiarazioni fatte dal Rappresentante
Permanente del Governo dell’Unione della Birmania.
La decisione evidenzia come la Birmania ha ad oggi fallito
di adeguarsi completamente alla Convezione sul Lavoro Forzato No. 29 (1930),
alle raccomandazioni fatte dalla Commissione d’Inchiesta e alla completa eliminazione
dell’uso del lavoro forzato nel Paese.
La
decisione richiama conclusioni passate e chiede con urgenza alle autorità
birmane di emettere un comunicato contro l’uso continuo del lavoro forzato e che esprima la
necessità di rispettare la libertà di associazione.
Il
Consiglio ha anche chiesto con urgenza al governo birmano di lasciate che i
casi di lavoro forzato vengano denunciati e che vengano seguiti in modo
coerente cosicché tali pratiche cessino e i perpetratori vengano perseguiti e
puniti.
“Una
particolare attenzione dovrebbe essere posta nel monitorare i progetti di
grandi infrastrutture come oleodotti e gasdotti” ha detto la risoluzione.
L’ILO e la Birmania, nel
Febbraio del 2009, hanno rinnovato il
Supplementary Understanding (n.d.r. accordo aggiuntivo) che prevede un
meccanismo per i cittadini birmani di denunciare casi di lavoro forzato tramite
il Liasion Officer dell’ILO a Rangoon.
L’accordo
contiene la norma che assicura la libertà da ritorsioni e abusi per chi
denuncia e per tutti coloro che collaborano nel meccanismo di denuncia.
Nonostante l’accordo
tra l’ILO e il governo birmano, gli attivisti dei diritti umani confermano che
le pratiche di lavoro forzato continuano in modo persistente nel Paese.
Il
Consiglio, questo giovedì, ha anche chiesto “l’immediato rilascio di tutte le
persone oggi detenute, che hanno denunciato o hanno collaborato al meccanismo
previsto dal Supplementary Understanding, così come il rilascio incondizionato
di tutti gli attivisti politici e sindacali ora imprigionati.
(Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima)
(20 Novembre 2009)