10/08/2009
La Giunta avverte i dimostranti in vista del verdetto su Aung San Suu Kyi – Articolo di Leo Lewis

The Times – Il regime militare birmano è sembrato la notte scorsa voler acquistare forza per affrontare una possibile ondata di proteste pro-democrazia – e forse anche rivolte – in vista del verdetto che questa settimana verrà emesso su Aung San Suu Kyi.             

Segnali che la giunta potrebbe aver preparato delle misure significative in tal senso sono emersi in settimana su New Light of Myanmar, il giornale di Stato.

Con la chiara volontà di avvertire i manifestanti, un editoriale ha condannato gli “opportunisti in cerca di potere” (n.d.r. power carving opportunists) e consigliato a tutti coloro che ricalcavano la descrizione di abbandonare ogni piano di rivolta che prendesse a pretesto il processo contro Aung San Suu Kyi.  

Le misure di sicurezza sono aumentate nelle strade della capitale e le preoccupazioni della giunta sembrano giustificate. La conclusione del processo di Suu Kyi coinciderà verosimilmente con il ventunesimo anniversario della ribellione che diede vita alla sua fama di campionessa della democrazia.

Quella rivolta terminò con la repressione militare e 3.000 morti.                   

Aung San Suu Kyi ha passato la notte scorsa nella prigione di Insein, aspettanto il risultato di un processo che ha attirato la condanna di tutto il mondo e che è stato definito come una farsa (n.d.r charade). Il verdetto è stato già posticipato, e ci sono stati segnali nei giorni scorsi che questo possa accadere nuovamente.                   

Aung San Suu Kyi è accusata di aver violato i termini dei propri arresti domiciliari – dove è stata tenuta per 14 degli ultimi 20 anni – dopo che un Americano di 56 anni, John Yettaw, ha attraversato a nuoto il lago per raggiungere la sua residenza.            

I ripetuti ritardi nel processo sono visti da più parti come un tentativo della Giunta di assicurarsi che la minaccia più grande per il regime venga tenuta sotto chiave in vista delle elezioni del prossimo anno.           

La corte potrebbe nuovamente procrastinare il verdetto invocando la salute di John Yettaw. Si dice che l'americano abbia sofferto di attacchi epilettici e che sia stato spostato in un ospedale dalla prigione. Sebbene voci ieri suggerivano che le sue condizioni stessero migliorando, Yettaw ha digiunato per giorni durante la prigionia e fonti diplomatiche dicono che quest’incertezza può offrire una scusa per ritardare l’esito del processo di un’altra settimana.

I diplomatici pensano, tuttavia, che ci potrebbe essere un limite alla capacità del regime di ritardare il verdetto più a lungo. Ban Ki-Moon, il Segretario generale delle Nazioni Unite, è stato solo l’ultimo di coloro che nelle ultime settimane hanno chiesto il rilascio delle migliaia di prigionieri politici birmani.

Alcuni credono che la Giunta potrebbe sentirsi sotto pressione, almeno per concludere il processo contro Suu Kyi prima dell’Assemblea Generale dell’ONU di Settembre. 



(Puoi leggere l'articolo in originale su The Times


(10 Agosto 2009)