07/11/2009
I progetti della Giunta stanno distruggendo l’ambiente – Rapporto del BEWG
Mizzima – I cosiddetti progetti di sviluppo della giunta militare birmana - compresa la costruzione di dighe, le esplorazioni petrolifere e le miniere - hanno severamente danneggiato l’ambiente e determinato trasferimenti di massa e lo sradicamento di intere comunità. Queste le conclusioni di un nuovo rapporto.

Secondo un nuovo rapporto della coalizione Burma Environment Group (BEWG) l’equilibrio ambientale in Birmania è stato severamente danneggiato dai progetti di sviluppo della Giunta, che hanno portato a trasferimenti di massa, creando rifugiati e sfollati interni (IDPs).
Il rapporto “Accessible Alternatives: Ethnic Communities’ Contribution to Social Development and Environmental Conservation in Burma” – che puoi trovare in allegato in fondo alla pagina – rivela i seri impatti inflitti all’ambiente e alla vita delle popolazioni locali dagli attuali obiettivi della Giunta.                 

Saw Paul Sein Twa, un portavoce della BWEG, ha detto a Mizzima che la distruzione delle risorse naturali in Birmania è rapida, tanto più che il regime continua a imbarcarsi in vari progetti, definiti progetti di sviluppo.
                
“I cosiddetti progetti di sviluppo della giunta stanno diventando la principale causa della distruzione dell’ambiente perché non considerano la gente del posto e l’ambiente ma sono determinati dal solo profitto”, ha detto Paul, aggiungendo che questi progetti arrivano a costo della vita delle minoranze etniche che la giunta trasferisce, a cui confisca la terra e contro cui, sempre di più, vengono perpetrate violazioni dei diritti umani.                 
"Il ritorno di questi progetti non è per le comunità locali ma serve solo a rafforzare il regime” ha aggiunto.                                               
Il rapporto, che comprende nove casi studi su tematiche relative al Natural Resource Management (NRM) in diverse parti della Birmania – inclusi gli Stati dell’Arakan, Karen, Kachin e Shan – è chiaro sul fatto che se ogni caso affronta diversi temi, tutti descrivono uno stesso trend: le comunità hanno sviluppato nel tempo propri sistemi di gestione delle risorse naturali capaci di sostenere la vita e assicurare la sopravvivenza delle risorse stesse.             

“Ma, inevitabilmente, la militarizzazione e i progetti di sviluppo nell’area hanno distrutto l’ambiente e reso impossibile per la popolazione locale di continuare il proprio stile di vita tradizionale” afferma il rapporto.            

A meno che non ci sia una decisa inversione di questo trend, e se la giunta birmana continua i suoi progetti di sviluppo aggressivi, continua Paul, un pericolo drammatico incombe sulle generazioni future.                                

“La comunità internazionale, compresi i Paesi vicini, dovrebbe smettere di guardare agli aspetti macroscopici e osservare le questioni in Birmania a livello locale, chiedendo con urgenza alla Giunta birmana di porre fine alla perdurante distruzione dell’ambiente” ha dichiarato Paul.                        

La BEWG, una coalizione di organizzazioni ambientaliste e di attiviste (n.d.r. tra cui Earth Rights International) nel suo rapporto porta alla luce casi di distruzione delle foreste di mangrovie e di esplorazioni petrolifere nello Stato dell’Arakan, lo stato di salute delle riserve forestali nello Stato Kachin, la protezione degli alberi e dell’ambiente nello Stato Karen e la costruzione della diga Tasang sul fiume Salween nello Stato Shan.              

“Vogliamo attirare l’attenzione sulla conoscenza e sulle pratiche delle comunità etniche capaci di assicurare una gestione delle risorse naturali equilibrata e sostenibile” ha dichiarato Saw Paul Sein Twa.               

“Se vogliamo preservare la ricchezza ambientale in Birmania per i nostri figli, il valore dei nostri sistemi tradizionali di gestione delle risorse naturali dovrebbe essere riconosciuto con forza e si dovrebbe da subito assumere seri impegni per riconsiderare un loro ritorno laddove sono stati distrutti” ha concluso il portavoce della coalizione. 



(Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima)


(7 novembre 2009)