IRRAWADDY
– I rapporti del governo birmano con l’Unione Europea sono peggiorati durante la scorsa settimana quando la giunta ha ufficialmente rifiutato la nomina di un inviato
speciale UE in Birmania durante il meeting UE-ASEAN di Phnom Penh.
Secondo i giornali di stato di martedì,
il Vice Ministro degli Esteri della giunta ha detto alle delegazioni presenti al meeting
ministeriale che la Birmania non riconosceva “né la nomina di un rappresentante
UE né le sue attività”.
L’Inviato Speciale Piero Fassino (
ndr “an Italian diplomat”) ha ricevuto l’incarico
dall’Unione Europea il 7 Novembre 2007, in seguito alla
stretta del regime sui manifestanti durante il Settembre di quello stesso anno.
Il mandato di Fassino è di
coordinare gli sforzi dell’Unione Europea nel portare un cambiamento positivo
in Birmania, incoraggiando la riconciliazione democratica, i diritti umani e lo
sviluppo economico.
I giornali birmani hanno riferito
martedì che durante il pranzo dell’Asean-EU Meeting ministeriale a Phnom Penh
del 28 maggio, i rappresentanti di “Gran Bretagna, Commissione Europea,
Slovacchia, Francia, Norvegia e Repubblica Ceca hanno fatto sentire le proprie
preoccupazioni” sulla situazione politica in Birmania e sul processo contro la
leader democratica Aung San Suu Kyi.
E’ stato anche riportato che il
delegato olandese avrebbe detto durante il meeting di credere che il processo
di Aung San Suu Kyi fosse una questione interna, così come sostenuto dal governo
birmano, e che non ci sarebbe dovuta essere interferenza.
I commenti, così come riportati
dagli organi di stampa della giunta, hanno creato un contraccolpo in Olanda,
dove attivisti birmani hanno espresso la propria sorpresa alle parole del
delegato olandese, perché proprio l’Olanda è uno dei Paesi UE più esplicite sul
tema della democrazia e dei diritti umani in Birmania.
Un funzionario del Ministero degli
Affari Esteri olandese ha negato la dichiarazione attribuita al delegato
olandese sui giornali della giunta, affermando che è “assolutamente non vera”.
In una e-mail a Irrawaddy, il funzionario
ha affermato: “L’Olanda non ha cambiato la propria posizione, né lo ha fatto l’Unione
Europea”.
“Tanto durante gli incontri ASEM quanto
in quelli UE-ASEAN, l’Olanda ha tenuto una posizione forte sulla Birmania, è
intervenuta nella sessione plenaria e ha parlato direttamente con la
delegazione birmana, per esprimere il proprio sgomento per l’arresto di Aung
San Suu Kyi e ponendo l’attenzione sul rilascio degli altri prigionieri
politici” ha detto.
Anche prima che il processo di Aung San
Suu Kyi iniziasse a metà maggio, l’Unione Europea ha espresso il proprio
disappunto nei confronti della mancanza di progressi della giunta nel recepire
i richiami della comunità internazionali per una riconciliazione nazionale.
Il 27 Aprile, l’Unione Europea ha
esteso la sua Posizione Comune sulla Birmania per un altro anno. Dal 1996,
questa Posizione Comune, include sanzioni economiche, un embargo di armi e un
bando per i visti degli ufficiali militari del Paese, più un bando alle visite
di alto livello istituzionali dei membri UE in Birmania.
Un
diplomatico europeo in Bangkok, che va spesso in Birmania ha detto che sebbene
l’Unione Europea ha tentato di coinvolgere il regime, in particolare sul tema
delle missioni umanitarie dopo il Ciclone Nargis, il regime ha chiuso le porte
ai diplomatici europei.
Il diplomatico ha detto che ufficiali dell’Unione
Europea, uno dei principali donatori per chi è sopravvissuto al ciclone, può
raggiungere solo ufficiali di basso rango.
Nei primi mesi dell’anno, riferiscono
i giornali del governo, un funzionario di uno dei Paesi dell’Unione Europea,
Ulla Toraes, che lavora presso il Ministro per lo Sviluppo danese, ha visitato
la Birmania. Tuttavia, ha avuto solo un incontro con la
Myanmar Red Cross
Society, organizzazione sostenuta dalla giunta militare.
(
Puoi
leggere l’articolo in originale su http://www.irrawaddy.org/article.php?art_id=15826)
3 Giugno 2009