14/08/2009
Il Consiglio di Sicurezza non prende una posizione forte – Articolo di Lalit J Kha
Irrawaddy – Il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite questo giovedì ha espresso “preoccupazione” in merito alla condanna di
Aung San Suu Kyi e ha chiesto al regime birmano di rilasciare tutti i prigionieri
politici per raggiungere una riconciliazione nazionale.
Tuttavia,
l’organismo mondiale ha fallito ancora una volta nel raggiungere il necessario consenso per
prendere misure più forti contro la giunta militare, deludendo i gruppi
democratici e gli attivisti dei diritti umani, alcuni dei quali richiedevano
almeno un embargo di armi contro la giunta.
Dopo circa due giorni di deliberazioni formali e
informali, i 15 membri del Consiglio di Sicurezza hanno emesso un comunicato,
in origine elaborato dagli Stati Uniti.
Condannando
Aung San Suu Kyi ad altri 18 mesi di arresti domiciliari, il verdetto contro la leader del
movimento democratico ha attirato lo sdegno dei leader di tutto il mondo, con
la Francia che ha richiesto un embargo sulle armi.
Tuttavia, in mancanza di
consenso, il Consiglio di Sicurezza ha solo potuto raggiungere un documento
simile a quelli emessi negli ultimi due anni.
“I
Membri del Consiglio di Sicurezza esprimono seria preoccupazione in merito alla
condanna di Daw Aung San Suu Kyi e al suo impatto politico” ha dichiarato John
Sawers, Ambasciatore della Gran Bretagna presso le Nazioni Unite, Presidente
del Consiglio di Sicurezza per il mese di Agosto.
“I
Membri del Consiglio di Sicurezza apprendono la decisione del Governo birmano
di ridurre la pena di Aung San Suu Kyi e richiedono con urgenza al Governo
birmano di prendere ulteriori provvedimenti per creare le condizioni necessarie
per un dialogo genuino con Daw Aung San Suu Kyi e con tutte le parti e i gruppi
etnici coinvolti con l'obiettivo di raggiungere una riconciliazione nazionale
inclusiva” ha detto Sawers.
Leggendo
il comunicato, Sawers ha detto “I Membri del Consiglio di Sicurezza
riconfermano i loro comunicati dell’11 Ottobre 2007, del 2 Maggio 2008 e del 22
Maggio 2009 sulla Birmania, e riconfermano l’importanza di rilasciare tutti i
prigionieri politici”.
Il
comunicato continua: “I Membri del Consiglio di Sicurezza affermano il loro
impegno verso la sovranità e l’integrità territoriale della Birmania, e in tale
contesto, riconfermano che il futuro della Birmana è nelle mani del suo popolo”.
In
seguito alla sentenza della corte di Rangoon, un primo incontro del Consiglio
si è tenuto, su richiesta francese, questo martedì. Una proposta di comunicato
è stata fatta circolare dagli Stati Uniti verso le rispettive capitali. I
Membri del Consiglio si sono poi trovati d’accordo sull’emettere il comunicato
giovedì.
Nel
frattempo, l’Ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Susan
Rice, ha dichiarato che la condanna di Aung San Suu Kyi costituisce una violazione dei
principi universali dei diritti umani. “Il regime birmano dovrebbe (n.d.r.
should) immediatamente e incondizionatamente rilasciare lei e i più di 2.100
prigionieri politici attualmente detenuti” ha dichiarato.
“La
sentenza contro Aung San Suu Kyi le preclude anche di partecipare alle elezioni
programmate per il prossimo anno, e questo mina la leggittimità delle
elezioni stesse” ha detto la Rice.
La
Rice ha continuato “Piuttosto che usare questo momento per creare le condizioni
necessarie per un dialogo genuino e per un processo politico inclusivo di tutti
gli attori coinvolti, le autorità birmane si sono allontanate ulteriormente
dalla riconciliazione nazionale e hanno approfondito il loro isolamento dal
resto del mondo”.
Il
Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha emesso un comunicato questa
settimana affermando che “reprimere le idee non è mai stato un buon modo per
eliminarle”.
(Puoi leggere l'articolo in originale su The Irrawaddy)
(14 Agosto 2009)