Uno studio avverte sulle attività nucleari birmane – Articolo di Lalit Jha
Irrawaddy – Uno studio rilasciato il 28 gennaio
ha chiesto una maggiore attenzione sulle attività nucleari birmane.
Il rapporto dell’Institute for Science and International Security
riconosce che sebbene non ci siamo prove concrete che il Paese del Sud-est
asiatico sta cercando “reattori nucleari segreti o strumentazioni cosiddette
fuel-cycle”, ci sono indicazioni sufficienti e preoccupanti per analizzare più
nel dettaglio in quello che sta succedendo in Birmania.
"I legami sospetti del regime militare con la Corea del Nord, e l’apparente
volontà di procurarsi in modo illegale della tecnologia sensibile, rendono una
priorità convincere il governo militare a garantire maggiore trasparenza”,
aggiunge il rapporto.
I rapporti recenti suggeriscono che la
Birmania potrebbe stare cercando di sviluppare armi nucleari. Le prove di
questi tentativi – basati principalmente su immagini fotografiche e sulle
rivelazioni di ex militari – “non sono confermate in generale”, secondo gli
autori dell’ISIS. La nazione ha ratificato il
Trattato di Non Proliferazione
Nucleare nel 1992.
“Le prove sostengono
che il regime vuole sviluppare una capacità nucleare di qualche tipo, ma se l’ultimo
obiettivo è pacifico o militare rimane un mistero” secondo lo studio.
La Birmania negli ultimi dieci anni hanno
fatto tentativi di acquistare un reattore nucleare, e sta aspettando tecnologia
dalla Russia per costruire un impianto in base all’accordo bilaterale del 2001.
Nel frattempo, la Birmania
e il Corea del Nord hanno ristabiliti legami militari nel 2007. C’è ragione di
credere che i due Stati stiano considerando una cooperazione nucleare, ma non è
stato confermato che questo ha portato alla costruzione di tecnologia nucleare,
dice il rapporto.
“Nonostante ciò,
nessuno può ignorare la possibilità di una significativa assistenza nucleare
della Corea del Nord al regime militare. Perché la Corea del Nord ha venduto
segretamente un reattore alla Siria, nessuno vuole chiudere gli occhi alla
possibilità che la Corea del Nord stia vendendo materiale nucleare,
strumentazione o strutture”, scrivono gli autori. “Il record di proliferazione della
Corea del Nord e il fallimento di tracciare in modo veloce il reattore siriano
non può che determinare una maggiore attenzione sul fatto che Pyongyang può
vendere un reattore o altra tecnologia sensibile alla Birmania”.
Lo studio avverte
che la Birmania potrebbe stare sostenendo gli sforzi nordcoreani di acquistare
materiale per le proprie operazioni e suggerisce che la stessa Birmania
potrebbe servire come punto di snodo per il traffico di materiale per il
programma di arroccamento dell’uranio di Pyongyang.
Nel frattempo ci sono
stati anche rapporti – non confermati – che due scienziati nucleari pakistani
siano stati in Birmania nel 2001, sebbene la giunta abbia sempre negato.
La scorsa estate, i funzionari
del regime hanno detto al Senatore Webb che non si trattava di un tentative di
acquisire tecnologia o
know-how nucleare.
Gli autori hanno
notato che le passate attività nucleari in Siria, Pakistan e Iran “sono state
tutte possibili in gran parte per il fallimento da parte della comunità
internazionale di fermare la vendita illegale di tecnologia”.
Dal momento che la
Birmani sta acquistando un’ampia gamma di prodotti dual-use (civile e militare) all’estero “i governi e le società
hanno bisogno di essere più vigili nell’esaminare le attività della Birmania,
la sua richiesta di cercare equipaggiamento, sia attraverso il governo, o
società ad esso collegate, o altre compagnie straniere”, consiglia il rapporto.
Il Portavoce del Dipartimento
di Stato americano, P.J. Crowley ha detto di non aver letto lo studio “
ma siamo
seriamente preoccuppati su certe attività e sul rischio potenziale per la
agenda di non proliferazione globale”.
(
Puoi leggere l'articolo in originale sulla Global Security Newswire)
(31 Gennario 2010)