28/10/2009
L'ostruzionismo nella Costituzione Nargis – L'opinione di Ngun Cung Lian
Mizzima – Il 10 Maggio del 2008 il regime militare birmano ha tenuto un referendum costituzionale per approvare una nuova costituzione. Forse i risultati del referendum erano già decisi,  rendendo i risultati stessi una conclusione prevista, ma questo non giustifica la giunta per aver tenuto il referendum all’indomani del Ciclone Nargis, che aveva portato distruzione nel Paese, lasciando dietro sé 140.000 tra morti e dispersi e milioni di vite distrutte.

Il referendum portò all’approvazione della costituzione, perché chi doveva andare a votare era affamato avendo la giunta negato l’accesso alle organizzazioni umanitarie internazionali. Non dovrebbe essere una sorpresa che la nuova costituzione, “approvata” dal popolo, funzionerà solamente per solidificare ulteriormente l’oppressivo e violento regime militare, piuttosto che creare la democrazia, come annunciato.
Non ho dubbio che chi ha offerto la propria consulenza legale ai generali birmani durante la convenzione nazionale per l’elaborazione della nuova costituzione birmana (la chiameremo da qui in avanti la Costituzione Nargis)  fosse ben conscio del potere di ostruzionismo esercitato nel Senato americano (n.d.r. filibustering, la pratica per cui per ritardare o impedire l’approvazione di un atto parlamentare si estende a dismisura il dibattito ad esso relativo).

Diversamente dal sistema di filibustering americano, tuttavia, gli specialisti del diritto birmano hanno affinato il meccanismo con l'obiettivo di proteggere la leadership militare e i loro familiari. Per ragioni che spiego più sotto, ho definito questo meccanismo “la via birmana all’ostruzionismo parlamentare” (n.d.r. "Burmese Way of Filibuster”).                          

Chi ha disegnato la nuova costituzione, che entrerà in vigore dopo le elezioni nazionali del 2010, ha capovolto il tradizionale esercizio dell’ostruzionismo e ha adottato un nuovo meccanismo tutto birmano. Per capire questa nuova via, è necessario esaminare la composizione del Parlamento e i regolamenti parlamentari secondo la nuova costituzione.

Chiave del sistema è il meccanismo di nomina che prevede l’assegnazione del 25% dei seggi - in entrambi i rami del parlamento - ai militari. Questa norma, che va letta insieme alla norma costituzionale per cui ogni legge costituzionale e ogni legge importante deve essere approvata con una maggioranza del 75%, è al centro della via birmana all’ostruzionismo.

Sarebbe opportuno qui definire la natura del regime militare birmano. La natura delle linee di comando in Birmania è, e non sorprende, dall’alto verso il basso. Inoltre, la relazione tra chi è in alto e chi è in basso è più rigida di quella esistente in altre armi nel mondo. La natura di questa relazione si può cogliere con facilità da un motto popolare che si usa nell’esercito: “Quello che ti do da mangiare, mangialo; quello che ti comando, fallo, ma mai, in nessun caso, fammi domande”.

Con questi valori profondamente radicati nella cultura militare birmana, non ci sono dubbi che nessuno, tra chi siederà tra i banchi del Parlamento, voterà - o potrà votare - contro il volere del Comandante in Capo. Aggiungete l’abilità del Comandante in Capo di rimuovere o licenziare chiunque dall’esercito in ogni momento e la dimensione del controllo militare incomincerà ad apparirvi evidente.

Ora si può cominciare a capire qual è la via birmana all’ostruzionismo: se il Comandante in Capo nomina il 25% dei membri del Parlamento, i quali devono la loro posizione al loro Capo, e se tutti i loro voti seguono le istruzioni date dall’alto, e se, infine, una maggioranza del 75% è necessaria per modificare le leggi, allora né la costituzione né la legislazione ordinaria potranno essere modificate senza il pieno sostegno dei militari.

Storicamente, il filibustering americano opera come metodo per cui una minoranza tiene in ostaggio (la parola filibuster significa letteralmente “pirata”) il processo legislativo e impedisce il voto. Ma questo va confrontato con l'attuale meccanismo di filibustering del Senato americano, nel quale bastano solo 60 senatori, su 100 - tutti tenuti a rispondere ai propri elettori - per rompere l'ostruzionismo e forzare una votazione. Si capisce bene come la via birmana all’ostruzionismo sia una decisa regressione verso una “tirannia della minoranza”.                            

Apparentemente immemori di questi enormi difetti, le Nazioni Unite, insieme ad un numero di Stati e a numerosi personaggi della politica internazionale, si sono concentrate sul chiedere alla giunta di rilasciare tutti i prigionieri politici e dare il via ad elezioni libere e in regola. C’è un senso generale che questo rappresenti un passo verso la piena democratizzazione della Birmania. Ma questa è una speranza sbagliata. Non importa quando “libere e in regola” saranno le elezioni, il Parlamento non potrà mai superare "la via birmana all’ostruzionismo” così intrinseco nella costituzione di recente adozione.

Il mio maestro e collega Professor David C. Williams ha testimoniato recentemente di fronte alla Commissione Affari Esteri del Senato USA affermando che “Elezioni libere e in regola non porteranno i civili al potere in Birmania”. Questo a causa della norma, da me definita “via birmana all’ostruzionismo”, presenta nella Costituzione Nargis. La costituzione è stata adottata in modo fraudolento, e nonostante questo entrerà in vigore dopo quelle che senza dubbio saranno elezioni controverse.                           

Il Ciclone Nargis ha ucciso 140.000 vite e ha devastato milioni di persone, tra cui alcuni miei familiari. Non posso immaginare, come essere umano, quante vite e quanta devastazione arriverà con la Costituzione Nargis. La Storia, senza dubbio, ci renderà il conto di tutto questo, ma non sarà forse troppo tardi?                  



Dr. Salai Ngun Cung Lian è Assistant Director e Post-doctoral Fellow al Center for Constituional Democracy in Indiana University Maurer School of Law.


(Puoi leggere l'articolo in originale su
Mizzima)


(28 Ottobre 2009)