Mizzima – Il 10 Maggio del 2008 il regime militare birmano
ha tenuto un referendum costituzionale per approvare una nuova costituzione. Forse
i risultati del referendum erano già decisi,
rendendo i risultati stessi una conclusione prevista, ma questo non
giustifica la giunta per aver tenuto il referendum all’indomani del Ciclone
Nargis, che aveva portato distruzione nel Paese, lasciando dietro sé 140.000
tra morti e dispersi e milioni di vite
distrutte.
Il referendum portò all’approvazione
della costituzione, perché chi doveva andare a votare era affamato avendo la
giunta negato l’accesso alle organizzazioni umanitarie internazionali.
Non dovrebbe essere una sorpresa che la nuova costituzione, “approvata” dal
popolo, funzionerà solamente per solidificare ulteriormente l’oppressivo e
violento regime militare, piuttosto che creare la democrazia, come annunciato.
Non ho dubbio che chi ha offerto la propria consulenza
legale ai generali birmani durante la convenzione nazionale per l’elaborazione
della nuova costituzione birmana (la chiameremo da qui in avanti la
Costituzione Nargis) fosse ben conscio
del potere di ostruzionismo esercitato nel Senato americano (
n.d.r. filibustering, la pratica per cui per
ritardare o impedire l’approvazione di un atto parlamentare si estende a
dismisura il dibattito ad esso relativo).
Diversamente dal sistema di
filibustering americano, tuttavia, gli specialisti
del diritto birmano hanno affinato il meccanismo con l'obiettivo di proteggere la
leadership
militare e i loro familiari. Per ragioni che spiego più sotto, ho definito
questo meccanismo “la via birmana all’ostruzionismo parlamentare” (
n.d.r.
"Burmese Way of Filibuster”).
Chi
ha disegnato la nuova costituzione, che entrerà in vigore dopo le elezioni
nazionali del 2010, ha capovolto il tradizionale esercizio dell’ostruzionismo e
ha adottato un nuovo meccanismo tutto birmano. Per capire questa nuova via, è
necessario esaminare la composizione del Parlamento e i regolamenti parlamentari secondo la
nuova costituzione.
Chiave del sistema è il meccanismo di nomina che prevede l’assegnazione
del 25% dei seggi - in entrambi i rami del parlamento - ai militari. Questa norma,
che va letta insieme alla norma costituzionale per cui ogni legge
costituzionale e ogni legge importante deve essere approvata con una
maggioranza del 75%, è al centro della via birmana all’ostruzionismo.
Sarebbe
opportuno qui definire la natura del regime militare birmano. La natura delle
linee di comando in Birmania è, e non sorprende, dall’alto verso il basso. Inoltre, la relazione tra chi è in alto e chi è in basso è più rigida di
quella esistente in altre armi nel mondo. La natura di questa relazione si può
cogliere con facilità da un motto popolare che si usa nell’esercito: “
Quello
che ti do da mangiare, mangialo; quello che ti comando, fallo, ma mai, in
nessun caso, fammi domande”.
Con questi valori profondamente radicati nella
cultura militare birmana, non ci sono dubbi che nessuno, tra chi siederà tra i banchi del
Parlamento, voterà - o potrà votare - contro il volere del Comandante in Capo.
Aggiungete l’abilità del Comandante in Capo di rimuovere o licenziare chiunque
dall’esercito in ogni momento e la dimensione del controllo militare incomincerà
ad apparirvi evidente.
Ora si può cominciare a capire qual è la via birmana all’ostruzionismo:
se il Comandante in Capo nomina il 25% dei membri del Parlamento, i quali
devono la loro posizione al loro Capo, e se tutti i loro voti seguono le
istruzioni date dall’alto, e se, infine, una maggioranza del 75% è necessaria
per modificare le leggi, allora né la costituzione né la legislazione ordinaria potranno essere modificate senza il pieno sostegno dei militari.
Storicamente, il
filibustering americano opera come metodo per cui una
minoranza tiene in ostaggio (la parola
filibuster significa letteralmente “pirata”)
il processo legislativo e impedisce il voto. Ma questo va confrontato con l'attuale meccanismo di
filibustering del Senato americano, nel quale bastano solo 60
senatori, su 100 - tutti tenuti a rispondere ai propri elettori - per
rompere l'ostruzionismo e forzare una votazione. Si capisce bene come la via
birmana all’ostruzionismo sia una decisa regressione verso una “tirannia
della minoranza”.
Apparentemente immemori di questi enormi difetti, le Nazioni Unite,
insieme ad un numero di Stati e a numerosi personaggi della politica
internazionale, si sono concentrate sul chiedere alla giunta di rilasciare
tutti i prigionieri politici e dare il via ad elezioni libere e in regola. C’è
un senso generale che questo rappresenti un passo verso la piena
democratizzazione della Birmania. Ma questa è una speranza sbagliata. Non
importa quando “libere e in regola” saranno le elezioni, il Parlamento non
potrà mai superare "la via birmana all’ostruzionismo” così intrinseco nella
costituzione di recente adozione.
Il mio maestro e
collega Professor David C. Williams ha testimoniato recentemente di fronte alla
Commissione Affari Esteri del Senato USA affermando che “Elezioni libere e in
regola non porteranno i civili al potere in Birmania”. Questo a causa della
norma, da me definita “via birmana all’ostruzionismo”, presenta nella
Costituzione Nargis. La costituzione è stata adottata in modo fraudolento, e
nonostante questo entrerà in vigore dopo quelle che senza dubbio saranno
elezioni controverse.
Il Ciclone Nargis ha ucciso 140.000 vite e ha devastato milioni di
persone, tra cui alcuni miei familiari. Non posso immaginare, come essere
umano, quante vite e quanta devastazione arriverà con la Costituzione Nargis.
La Storia, senza dubbio, ci renderà il conto di tutto questo, ma non sarà forse troppo tardi?
Dr. Salai Ngun Cung Lian è
Assistant Director e Post-doctoral Fellow al Center for Constituional Democracy
in Indiana University Maurer School of Law.
(Puoi leggere l'articolo in originale su Mizzima)
(28 Ottobre 2009)