11/12/2009
Rapporto dell’ITUC: I bambini birmani, una generazione sacrificata
La giunta militare birmana è sul punto di organizzare le “elezioni” nel 2010, ma la Costituzione, la cui adozione è stata messa in piedi nel 2008, non lascia alcun dubbio sul desiderio dell’esercito di rimanere al potere anche dopo le urne. Il nuovo rapporto dell’ITUC mostra che i generali, che sono al potere, non hanno intenzione di mostrare nessun interesse per i problemi della popolazione, così come successo per gli ultimi 47 anni di dittatura militare. Senza un ritorno alla democrazia reale e il rispetto di tutti i diritti umani, compresi i diritti sindacali, la prossima generazione di bambini birmani non troverà mai un posto in un aula e sarà obbligata a lavorare in ogni tipo di contesto, anche tra i peggiori.


Rapporto ITUC - Dicembre 2009 - Bambinelli

Rapporto dell'ITUC - Dicembre 2009


Il nuovo rapporto dell’ITUC sottolinea il legame tra gli abusi dei diritti umani, compresi i diritti sindacali, e la situazione catastrofica dei bambini nel Paese. Demolendo ogni forma di opposizione, la giunta militare birmana spende almeno il 40% del budget statale nell’esercito, anche se il Paese non è sotto alcuna minaccia militare dall’estero, e lascia le briciole per scuola e sanità. Il risultato è che meno del 55% dei bambini birmani finisce le elementari e ogni giorni centinaia di migliaia lavorano per molte ore, alcune volte in regime di lavoro forzato imposto dalle autorità. L’arruolamento forzato dei bambini forzati da differenti gruppi armati è ancora molto frequente nel Paese, nonostante le ripetute promesse della giunta di porvi fine.                   

Il rapporto dà luce sulla grave situazione affrontata dagli insegnanti birmani, che non hanno alcun diritto sindacale e nessuna possibilità di contrattare i salari. Quello che guadagnano oggi è solo una piccola percentuale di quello che è necessario per sostenere una famiglia. Molti insegnanti birmani incoraggiano i bambini a prendere lezioni private con loro, ma non tutti i genitori sono in grado di pagare, dati i costi che già devono affrontare, dai materiali alle donazioni forzate alle scuole. Questo sistema esiste ad ogni livello del sistema educativo, forzando decine di migliaia di bambini a lasciare la scuola ogni anno e entrare in un percorso di sfruttamento lavorativo.                   

Le interviste condotte nel Paese per il rapporto illustrano il disagio di questi bambini nati e cresciuti sotto la dittatura militare. “Lavoro 7 giorni a settimana, 12 ore al giorno, per un salario di 8.60 dollari al mese” dice un bambino che insieme ad altri 10 lavora in una sala da the a Rangoon. “Altri bambini guadagnano solo 6 dollari al mese. Il mio capo mi dà due pasti al giorno e posso dormire in una stanzetta, ma molti di noi dormono ammassati in una stanza caldissima. Sono sempre stanco durante il giorno perché non dormo abbastanza. Siamo sempre occupati a servire i clienti, lavare le stoviglie, pulire il pavimento…”                

Dal momento che la dittatura non tollera nessuna forma di critica, è estremamente pericoloso parlare di diritti sociali, diritti umani e diritti dei bambini dentro la Birmania. La censura della giunta impedisce che i media birmani pubblichino rapporti sulla situazione reale del Paese. Secondo l’APP Burma più di 2.100 prigionieri politici detenuti nel Paese. Tra questi circa 30 sindacalisti, condannati tra i 5 anni e l’ergastolo. Nonostante la repressione, la FTUB, affiliata all’ITUC, ma bandita dalla Birmania, continua ad aiutare i lavoratori in Birmania e sostenere le scuole nelle diverse regioni del Paese.



(Puoi scaricare il rapporto a fondo pagina o sul sito dell’ITUC)     



(10 Dicembre 2009)