12/10/2009
Impresa australiana di moda si ritira dalla Birmania - Articolo di Francis Wade
Democratic Voice of Burma – Una delle catene di moda australiane di punta
ha confermato che interromperà l'acquisto di prodotti dalla Birmania, dopo che è stato fatto il suo nome durante una Campagna contro le imprese
australiane che hanno legami economici con il Paese asiatico.
In una lettera a
Burma Campaign Australia (BCA), il Segretario dello Speciality Fashion Group,
Howard Herman, ha citato “la continua repressione del popolo birmano e la persistente
presenza del regime militare” come la causa dell'interruzione delle relazioni economiche.
“La violazione da parte della Birmania del Codice sui Diritti Umani e
Sociali del Gruppo significa che noi non possiamo più avere rapporti con alcuna compagnia
che commercia in Birmania” ha detto.
L’ultimo mese la BCA
ha lanciato una campagna “Niente più accordi con la Birmania”, per cui un marchio appartenente allo
Speciality Fashion Groups - Miller - era stato legato a prodotti di
origine birmana. Secondo la BCA, la catena incassa dalle sole vendite più di
500 milioni di dollari australiani.
Zetty Blake, portavoce
della BCA, ha accolto con favore il passo indietro da parte della catena e ha
chiesto con urgenza che anche altre società seguano l’esempio.
“Le imprese australiane
con interessi economici in Birmania aiutano a finanziare uno delle dittature
militari più brutali al mondo che viola sistematicamente i diritti
umani” ha dichiarato.
“Le imprese in Australia devono mettere le persone davanti ai profitti e fare la cosa giusta per il popolo
birmano e ritirarsi”. Gli attivisti australiani il mese scorso hanno puntato il
dito contro la compagnia aerea Jetstar che ha quattro voli a settimana per
la Birmania.
Jetstar ha reagito dicendo che
i soldi generati dai suoi voli servono per il mantenimento dell’aeroporto di
Rangoon, e che il taglio delle relazioni economiche colpirebbe solamente il popolo
birmano.
Secondo la BCA, le società
australiane “starebbero passando alla dittatura birmana l’equivalente di
2.8 miliardi di dollari americani”.
Due altre società australiane,
Downer
EDI e
QBE, hanno recentemente fermato operazioni secondarie in Birmania.
(
Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma)
(12 Ottobre 2009)