Lavoro forzato

IL 25 GENNAIO 1993 La CISL Internazionale denuncia il governo Birmano all’OIL per inadempienza della Convenzione che vieta il lavoro forzato e obbligatorio.

Viene nominata una Commissione di inchiesta che nel 1998 presenta il suo rapporto di condanna della giunta militare. Alla Conferenza del giugno 2000 viene approvata una risoluzione che condanna la Birmania per l’uso del lavoro forzato. La risoluzione, la cui efficacia partirà solo il 30 novembre 2000 chiede ai governi di esaminare le relazioni con la Birmania e di prendere le misure appropriate perché tali relazioni non possano essere utilizzare dalla giunta militare per perpetuare il lavoro forzato;

La risoluzione autorizza il direttore Generale dell’OIL a:

- chiedere alle organizzazioni internazionali di prendere in esame la cooperazione con la Birmania

  • di mettere fine a tutte le attività che possano direttamente e indirettamente avere un impatto sul lavoro forzato.

  • chiedere all’ONU di mettere all’ordine del giorno della sessione del 2001 di luglio del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) tali questioni chiedendo l’adozione di una Raccomandazione anche in Assemblea generale e da parte delle altre istituzioni specializzate e la sospende da ogni aiuto tecnico e dalla partecipazione alle riunioni della cooperazione, si tratta di arrivare a una totale sospensione da qualsiasi attività fino al ripristino del rispetto di tutte le libertà sindacali.


Sul piano sindacale, accanto alle richieste alle aziende interessate di sospendere qualsiasi rapporto con Burma, si tratta di costruire l’aiuto politico e la solidarietà con il sindacato burmese in esilio. Il lavoro del sindacato è estremamente difficile, nonostante che la leadership sia molto preparata e decisa.

Si tratta inoltre di sostenere la campagna per la democrazia e la liberazione di tutti i detenuti politici a partire dal Comitato centrale della Lega per la Democrazia