Aggiornamento sulla situazione in Myanmar
in vista della prossima assemblea ONU il drammatico quadro della situazione

MYANMAR

PERCHE’ E’ NECESSARIO CHE L’ASSEMBLEA GENERALE ONU RICONOSCA IL GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE

1.9.21

 

Sono passati ormai sette mesi dal colpo di stato in Myanmar, e ad oggi si sono registrati oltre 1.040 persone uccise, 7.700 arresti circa 2.000 mandati di cattura, 65 condanne a morte.

 

Tutta la classe politica e la leadership sindacale democratica o è in carcere o in clandestinità, in condizioni di gravi rischi a causa dei bombardamenti e degli attacchi della giunta. In questi giorni i militari stanno attaccando pesantemente i villaggi dello Stato Karen dove sono rifugiati oltre che i rappresentanti del Governo di Unità Nazionale, anche 5.000 giovani del CDM (Civil Disobedience Moviment) e gli attivisti e i leader sindacali ricercati.

 

I recenti dati pubblicati dalle organizzazioni internazionali sono estremamente preoccupanti:

· La Banca Mondiale, nel Myanmar Economic Monitor di luglio 2021, sottolinea come il combinato disposto del colpo di stato e della pandemia da Covid19 provocherà una caduta del PIL del 30 % nel 2021.

· L'UNDP ha dichiarato che a breve 25 milioni di persone, quasi la metà dei 54 milioni di abitanti, saranno in povertà assoluta.

 · L’ILO ha calcolato che “nella prima metà del 2021 si sono persi almeno 2,2 milioni di lavoratori a tempo pieno.

 · Le donne sono state più colpite. Violenze, stupri, uccisioni e arresti sono all’ordine del giorno anche come elemento di ricatto per i familiari in clandestinità. La maggior parte delle giovani lavoratrici nelle zone industriali hanno perso il lavoro per aver partecipato agli scioperi contro la dittatura. I settori critici più duramente colpiti sono il tessile/abbigliamento, l’edilizia, il turismo e l'ospitalità, diminuiti rispettivamente di circa il 35 per cento, 31 per cento e 25 per cento, con perdite relative ancora più elevate di ore di lavoro.

· L'ONU stima che agli 1.6 milioni di sfollati interni e rifugiati a causa del conflitto negli stati di Chin, Kachin, Rakhine e Shan in Myanmar e in Bangladesh, Malesia e Tailandia, dal 1° febbraio vi siano oltre 200.000 persone che si sono aggiunte a questo elevatissimo numero.

 · La diminuzione della presenza  delle organizzazioni internazionali e delle ONG dopo il golpe ha causato un aumento drammatico della precarietà di vita nei campi profughi, soprattutto nel Rakhine e nelle zone di conflitto.

· Gli esperti di salute pubblica in Myanmar prevedono che il 50% della popolazione del paese potrebbe essere infettata dalle varianti Alpha o Delta di COVID-19 entro la fine del mese. Con il 60% delle strutture sanitarie non funzionanti, non è possibile somministrare vaccini anti Covid e altre vaccinazioni salvavita. La recrudescenza della pandemia da Covid19 viene utilizzata dai militari per ulteriori azioni repressive contro medici, infermiere e personale sanitario, che si sono schierati con l'opposizione democratica. Gli ospedali sono stati razziati, i volontari sono stati arrestati. I militari bloccano l'arrivo dei medicinali dall'estero e sequestrano le bombole di ossigeno.  Molti ospedali sono stati chiusi o posti sotto il controllo militare. Nelle carceri i prigionieri politici vengono esposti a malati di Covid19.

· Negli Stati etnici, Kayah, Karen, Kachin e Cin, e nella regione di Magwe e Sagaing i militari, in cerca degli oppositori, hanno razziato e distrutto chiese, arrestato religiosi cattolici, costretto alla fuga e alla sopravvivenza nella giunga centinaia di migliaia di persone e utilizzano gli abitanti ed i monaci come scudi umani.

· Molte delle fabbriche che hanno riaperto e che lavorano per i marchi internazionali della moda come C&A, Zara e altri, purtroppo non rispettano i diritti fondamentali nel lavoro ne tanto meno le norme anti Covid19 costringendo le lavoratrici a lavorare senza sufficienti protezioni, fianco a fianco di lavoratori positivi al COVID19. Altre imprese hanno licenziato gli attivisti sindacali e/o li hanno denunciati ai militari.

· La comunità internazionale e la UE hanno affidato all’ASEAN il ruolo negoziatore primario per l’apertura di un dialogo tra il regime militare e l’opposizione democratica rappresentata dal National Unity Government, per ottenere il ripristino della democrazia, la liberazione di tutti i prigionieri politici, a partire dal Presidente della Repubblica Win Myint e dalla leader Aung San Suu Kyi.

· Purtroppo, solo dopo tre mesi dal golpe,  il 24 aprile scorso, il vertice ASEAN, a cui era stato invitato l’artefice del colpo di Stato e il capo delle forze armate birmane Min Aung Hlaing, ha prodotto un  accordo in cinque punti per: 1) la cessazione della violenza nel Paese, 2) l’istaurazione di un dialogo tra le parti coinvolte per giungere a una risoluzione pacifica, 3) la nomina di un inviato speciale per facilitare la mediazione tra gli attori coinvolti, 4) gli aiuti umanitari per la popolazione e  5) la costituzione di una delegazione speciale per incontrare i partiti del Paese. 

· Ad oggi è successo tutto il contrario.  Nessun passo è stato sino ad oggi compiuto per attuare tale accordo. Al contrario l’ASEAN sta mostrando tutta la sua irrilevanza. La Risoluzione ONU approvata il 18 giugno scorso (109 voti a favore, 36 astensioni e 1 voto contrario), ha visto un voto favorevole solo di alcuni paesi ASEAN (Malesia, Filippine, Indonesia, Singapore, Vietnam e Myanmar ( perché rappresentata ancora oggi all’ONU dall’Ambasciatore nominato dal governo dell’NLD). Da subito, l’ASEAN, invece di garantire un comportamento neutrale ed assertivo, volto a instaurare  il dialogo tra le parti, sta continuando, in modo plateale, a riconoscere la giunta militare. Nel suo primo viaggio in Myanmar l’inviato speciale ha incontrato solo i rappresentanti della giunta.  Il 6 agosto, Wunna Maung Lwin, l’illegittimo ministro degli esteri del regime militare, è stato invitato ad una Conferenza post ministeriale ASEAN-Unione Europea. L'incontro è stato presieduto da Josep Borrell, Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e dal ministro degli Esteri di Singapore, Vivian Balakrishnan, che non hanno obiettato alcunché, rispetto alla presenza del rappresentante della giunta militare. Dal 22 agosto al 25 agosto si è tenuta a Singapore la 42° Assemblea Generale dell’ASEAN Inter-Parliamentary Assembly, a cui sono stati invitati come osservatori, i rappresentanti della giunta militare, e non i parlamentari democraticamente eletti l’8 novembre scorso, che avevano diritto a partecipare.

·     Cina e Russia continuano a sostenere la giunta militare birmana e ad alimentare la repressione con armi e tecnologie militari. La Russia si è rifiutata sin dall’inizio di condannare il golpe, affermando che l’esercito è l’unico garante dell’unità del paese.  Ha ospitato a Mosca il capo delle forze armate birmane e siglato ulteriori accordi militari.  La Russia ha interesse a mettere un piede in Birmania, vista la sua collocazione nell’Oceano Indiano. Gli interessi geopolitici ed economici cinesi sono ancora maggiori, visti gli accordi siglati negli anni scorsi nel quadro della Belt and Road Initiative. Accordi che valgono miliardi di dollari e che garantiranno un controllo economico e politico sia del Myanmar che dell’area regionale, con i grandi progetti industriali e infrastrutturali che porteranno benefici politici ed economici enormi a Pechino.  Tali grandi interessi possono essere controllati, solo da una decisione chiara della Assemblea Generale ONU per il riconoscimento del Governo di Unità Nazionale.

Dalla sua nomina ad aprile scorso, il Governo di Unità Nazionale (NUG) ha lavorato alacremente a sostegno della popolazione birmana, provvedendo sia al sostegno economico che sanitario e ha adottato alcune fondamentali decisioni politiche tra cui:

·       la cancellazione della costituzione imposta dai militari nel 2008, e la riscrittura di una Costituzione democratica e federale, e di un sistema di difesa e sicurezza sotto il totale controllo civile. Ciò attraverso un lungo lavoro comune con tutte le organizzazioni etniche, della società civile e sindacali.

·       il riconoscimento formale della popolazione Rohingya come gruppo etnico birmano,

·       la attuazione di tutte le Raccomandazioni della Commissione Kofi Annan sul Rakhine, tra cui la cancellazione della legge sulla cittadinanza, e la sua sostituzione con una legge basata sullo jus soli.

·       la ratifica del Trattato di Roma sulla Corte Penale Internazionale (ICC), per il perseguimento dei crimini di guerra commessi dal 2002 ad oggi nel Rakhine (incluso i Rohingya) e in tutto il resto del paese dalla giunta militare.

Ad oggi l’ONU continua a riconoscere le credenziali dell’Ambasciatore Kyaw Moe Tun, nominato dal governo dell’NLD. Mentre l’OMS, la FAO e l’ILO hanno rifiutato le credenziali presentate dalla giunta militare alle loro conferenze annuali. Questo è un segnale positivo. Il 6 agosto scorso due birmani sono stati arrestati con l’accusa di voler attentare alla vita dell’Ambasciatore Kyaw Moe Tun.

 Al fine di arrivare al riconoscimento delle credenziali del NUG alla prossima 75° Assemblea Generale dell’ONU, si sta organizzando una campagna internazionale. Molti governi e parlamenti hanno già aperto un dialogo positivo con il NUG.

·       Il 9 aprile il governo del Regno Unito ha convocato una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla base della formula Arria, invitando il NUG a spiegare la situazione in Myanmar. A maggio i leader del G7 hanno adottato una dichiarazione che ricorda gli sforzi del Comitato che rappresenta il Parlamento dell'Unione (CRPH) e di altri leader pro-democrazia, insieme al Governo di Unità Nazionale (NUG).

·       Il 24 maggio, la Repubblica Ceca è stata il primo paese a riconoscere ufficialmente il NUG.

·       Il 4 agosto, il NUG ha incontrato il vicesegretario di Stato americano, Wendy Sherman.

·       Il 28 agosto, il governo della Corea del Sud, ha riconosciuto formalmente il NUG.

·       Ad oggi il NUG ha incontrato altri governi e parlamentari, come il ministro degli esteri della Germania; la Commissione per le relazioni internazionali e la difesa del Senato della Repubblica Ceca; la Commissione Affari Esteri della Difesa e delle Forze Armate del Senato in Francia; la Baronessa Cox di Queensbury di Londra, il Parlamento della UK;

·       Il gruppo parlamentare giapponese a sostegno della democratizzazione in Myanmar ha approvato una dichiarazione congiunta;

·       36 parlamentari della UE, Svizzera, Regno Unito e Australia; parlamentari in Spagna; parlamentari del Canada e il Parlamento europeo il 2 luglio. I parlamentari nel mondo hanno sostenuto il riconoscimento del NUG. I parlamentari dell'ASEAN per i Diritti Umani hanno esortato l'ASEAN a invitare il NUG alla riunione dei leader dell'ASEAN il 24 aprile. Il 10 giugno sei parlamentari britannici di tutti i partiti hanno invitato il governo del Regno Unito a riconoscere il NUG. Più di 40 parlamentari francesi hanno invitato il governo francese a riconoscere il NUG e ad aumentare la pressione sul conglomerato francese, Total in Myanmar.

 La Confederazione sindacale birmana CTUM, con oltre 100.000 iscritti in tutto il paese, che forma l’ossatura delle proteste popolari contro la giunta militare, ha lanciato una richiesta di sanzioni globali contro la giunta militare e sostiene la richiesta di riconoscimento del National Unity Government all’ONU.

Da qui all’inizio della Assemblea Generale dell’ONU si terranno incontri con le autorità  e parlamentari ASEAN,  della UE, e degli USA.

Il 15 settembre si terrà una iniziativa internazionale per il riconoscimento del NUG e la approvazione di sanzioni generalizzate contro la giunta militare.