Puoi trovare in questa pagina una cronologia dettagliata della storia birmana a partire dal 1945 e fino al 2007.
Anni Quaranta e Cinquanta
1945
1° MAGGIO: Rangoon è conquistata dalla resistenza. I giapponesi cominciano a ritirarsi dalla Birmania.
1° GIUGNO: nasce il sindacato All Burma Trade Union Congress.
15
GIUGNO: si tiene la sfilata ufficiale per la vittoria della guerra. La
bandiera della resistenza birmana sfila accanto a quella inglese.
5
SETTEMBRE: lord Mountbatten incontra a Kandy (Ceylon) i leader militari
birmani guidati dal generale Aung San. Nasce l’esercito birmano.
1946
17-19 GENNAIO: centinaia di migliaia di persone si radunano convocate dall’AFPFL fuori della Pagoda di Shwe Dagon.
MARZO: i Saohpa Shan si incontrano con i politici birmani a Panglong per discutere del futuro delle aree di frontiera.
5
SETTEMBRE: la polizia di Rangoon entra in sciopero e chiede migliori
condizioni di lavoro e aumenti salariali. I lavoratori dei servizi
pubblici, del petrolio e gli studenti scendono in piazza.
23 SETTEMBRE: l’AFPFL proclama lo sciopero generale per ottenere l’indipendenza.
1947
27
GENNAIO: il generale Aung San e il primo ministro inglese Clement
Attlee firmano un accordo per la costituzione di un governo ad interim,
che deve preparare l’indipendenza.
5 FEBBRAIO: nasce il KNU (Karen National Union) che chiede l’indipendenza.
3-12
FEBBRAIO: firma dell’accordo di Panglong tra Aung San e i leader degli
Stati etnici Shan Kachin e Chin che concordano di aderire all’Unione.
9 APRILE: si tengono le elezioni all’assemblea costituente e vince l’AFPFL.
9 GIUGNO: l’assemblea costituente si riunisce a Rangoon per discutere la nuova Costituzione.
19 LUGLIO: Aung San viene assassinato insieme a sei membri del suo gabinetto. U Nu viene nominato primo ministro.
24
SETTEMBRE: l’assemblea costituente approva una nuova Costituzione
federale. Si sancisce il diritto di secessione dalla futura Birmania
indipendente, ma unicamente per gli Shan e i Karenni.
17 OTTOBRE: il primo ministro inglese Attlee firma un accordo con U Nu e programma l’indipendenza.
1948-1958
Primi
esperimenti di democrazia nel Paese: il primo ministro U Nu e l’AFPFL
si trovano ad affrontare le rivolte comuniste e la lotta armata da parte
di alcuni gruppi etnici, in particolare i Karenni, che non sono
soddisfatti del modo in cui l’accordo di Panglong viene attuato. Molte
città vengono occupate dalle forze comuniste. Il governo è molto attivo e
rispettato sul piano internazionale.
1948
4 GENNAIO: la Birmania diventa indipendente.
FEBBRAIO-MARZO: iniziano gli scioperi promossi dal partito comunista birmano.
18 MARZO: a Pyinmana, grande manifestazione di contadini.
28 MARZO: il partito comunista birmano entra in clandestinità e riprende la lotta armata.
25 MAGGIO: U Nu proclama «l’Unità di sinistra» per cercare di frenare le spinte dei comunisti.
APRILE-DICEMBRE:
molti scontri tra l’esercito e le truppe comuniste. I comunisti
occupano molte città della Birmania centrale e del Nord.
1949
7 FEBBRAIO: sciopero dei lavoratori pubblici.
16 FEBBRAIO: il sindacato dei ferrovieri partecipa allo sciopero.
24 MARZO: si forma il People Democratic Front.
1°
APRILE: il generale Ne Win, capo delle forze armate, diventa vice primo
ministro con responsabilità degli Interni e della Difesa.
6 APRILE: si tengono incontri a Rangoon tra U Nu, Ne Win e i rappresentanti del KNU.
1950
GENNAIO-MARZO: le truppe del Kuomingtang entrano nello Stato Shan dopo la vittoria dei comunisti in Cina.
1951
GIUGNO: elezioni generali secondo la Costituzione del 1947.
7 LUGLIO: India e Birmania firmano un accordo di amicizia.
1952
GENNAIO:
si tengono le elezioni generali. L’AFPFL ottiene 147 seggi, ovvero il
60% dei voti; i partiti dell’opposizione ottengono 33 seggi.
25 MARZO: la Birmania protesta con l’ONU per la presenza del Kuomingtang in Birmania.
22 APRILE: l’Assemblea generale dell’ONU adotta una risoluzione che chiede l’allontanamento delle truppe del Kuomingtang.
30 APRILE: viene firmato il trattato di amicizia tra la Birmania e il Giappone.
1° SETTEMBRE: viene introdotta la legge marziale negli Stati Shan.
SETTEMBRE: viene costituito uno Stato Kareno, ma il KNU non accetta i confini.
1954
MARZO:
una delegazione di ribelli Mon e Karen inizia i colloqui con le
autorità thailandesi per la costituzione di campi lungo il confine con
la Thailandia.
Continuano gli scontri con i guerriglieri comunisti e le truppe del KMT.
29 GIUGNO: Zhou Enlai visita la Birmania.
8
SETTEMBRE: firma del Trattato di Manila tra USA, Gran Bretagna,
Australia, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine e Thailandia.
5 NOVEMBRE: firma del Trattato di pace tra Giappone e Birmania.
1955
Conferenza
di Bandung e nascita del movimento dei Paesi non allineati, di cui la
Birmania entra a far parte. Continua lo scontro tra i guerriglieri
comunisti e l’esercito.
4 MARZO: ratifica della Convenzione OIL 29 sul lavoro forzato.
1956
Alle elezioni generali l’AFPFL ottiene il 55% dei seggi.
GIUGNO: U Nu dà le dimissioni, diventa primo ministro Ba Swe, leader socialista.
NOVEMBRE: U Nu visita la Cina e ottiene il ritiro delle truppe delle forze cinesi dallo Stato Kachin.
1957
7 FEBBRAIO: manifestazioni in tutti gli Stati Shan a sostegno della secessione.
1° MARZO: U Nu viene nuovamente nominato primo ministro.
APRILE: cominciano ad arrendersi i quadri del partito comunista birmano.
20 APRILE: i capi della comunità buddista Shan tengono un incontro con tutti i rappresentanti Shan eletti a Mong Yai.
1958
27 APRILE: scissione del partito AFPFL; una fazione è guidata dai socialisti Ba Swe e Kyaw Nyein e l’altra da U Nu e Thakin Tin.
23 GIUGNO: i militari capeggiati da Ne Win riaffermano la loro neutralità e il rispetto della democrazia.
26 SETTEMBRE: U Nu annuncia di voler dare le sue dimissioni e chiede al generale Ne Win di formare un governo ad interim.
28 OTTOBRE: U Nu dà le dimissioni e i militari, guidati da Ne Win, formano un governo ad interim.
Anni Sessanta
1960
FEBBRAIO: elezioni e vittoria del partito di U Nu, l’Union Party, ora una fazione dell’AFPFL.
4 APRILE: U Nu forma un nuovo governo.
21
MAGGIO: nel primo rapporto all’OIL sul lavoro forzato, ilgoverno
birmano dichiara che questo non esiste nel Paese, e che non viene
autorizzato in nessuna forma.
1° OTTOBRE: viene sottoscritto un accordo tra Birmania e Cinaper quanto riguarda i confini.
1961
2
GENNAIO: Zhou Enlai effettua una visita in Birmania, ratifica il
trattato sui confini e sottoscrive un accordo di cooperazionetecnica ed
economica.
24 GENNAIO: il Comitato per la revisione della
Costituzionedello Stato Shan adotta una risoluzione per chiedere una
struttura di governo veramente federale.
27 GENNAIO: firma di un accordo cino-birmano a Pechino.
26 AGOSTO: il buddismo viene adottato come religione di Stato. Scontento tra i Kachin, prevalentemente cristiani.
1962
2
MARZO: il generale Ne Win effettua un colpo di Stato militare e governa
attraverso un Consiglio Rivoluzionario. Viene proclamata «La Via
Birmana al Socialismo» e la nazionalizzazione di tutte le imprese
straniere, nonché l’isolamento del Paese da qualsiasi influenza esterna.
3 MARZO: viene sospesa la Costituzione del 1947 e sciolto il parlamento.
9 MARZO: il Consiglio Rivoluzionario conferisce pieni poteri al generale Ne Win.
3 APRILE: viene pubblicata «La Via Birmana al Socialismo» manifesto ideologico della giunta militare.
7
LUGLIO: la protesta degli studenti contro il generale Ne Win viene
repressa nel sangue. L’esercito spara agli studenti dell’università di
Rangoon. Oltre 100 studenti vengono uccisi e la sede della Student Union
viene distrutta dall’esercito.
1963
15
FEBBRAIO: nazionalizzazione della produzione, distribuzione ed
esportazione di tutte le materie prime, divieto di promuovere imprese
private. Caduta rapida dell’economia.
23 FEBBRAIO: nazionalizzazione delle banche.
1° APRILE: il Consiglio Rivoluzionario annuncia l’amnistia per tutti coloro che erano insorti.
6
GIUGNO: viene costituita l’agenzia di informazioni birmana News Agency
of Burma, con il compito di assorbire tutte le agenzie giornalistiche
private.
1964
Il Comitato degli esperti
dell’OIL sull’applicazione delle Convenzioni e Raccomandazioni fa
riferimento alla legge coloniale Village Act (sezione 11) e denuncia la
violazione della Convenzione sul lavoro forzato. Il Consiglio
Rivoluzionario vara una serie di leggi che eliminano l’autonomia per
molti Stati interni.
31 GENNAIO: ha termine l’amnistia.
28 MARZO: vengono proibiti tutti i partiti politici.
18 APRILE: un decreto obbliga tutte le organizzazioni buddiste a registrarsi.
3 MAGGIO: il decreto viene ritirato dopo le manifestazioni buddiste.
17 MAGGIO: tutte le banconote da 100 e 50 kyats vengono ritirate.
SETTEMBRE: vengono nazionalizzati tutti i quotidiani e i giornali.
2 NOVEMBRE: vengono riaperte dopo dieci mesi tutte le università e i college.
1965
1° APRILE: vengono nazionalizzate tutte le scuole private.
30
APRILE: arresto di 92 monaci buddisti per aver dimostrato contro la
costituzione di un’organizzazione buddista filo-governativa e
l’emissione di carte di identità per i monaci buddisti.
15 GIUGNO: arresto di Aung Gyi.
5 LUGLIO: nazionalizzazione degli ospedali cristiani.
6 DICEMBRE: proibizione formale di tutti i giornali privati.
1966
4 APRILE: nazionalizzazione di 685 scuole private.
7 MAGGIO: il generale Ne Win visita il Pakistan e il 9 maggio viene sottoscritto un accordo sui confini.
8 SETTEMBRE: il generale Ne Win va in visita di stato negli Stati Uniti.
1967
10 MARZO: la Birmania sottoscrive un accordo sui confini con l’India.
18
GIUGNO: il partito comunista birmano, sulla scia della rivoluzione
culturale cinese, lancia una purga interna. Alcuni leader di partito
vengono uccisi.
19 GIUGNO: il ministro dell’istruzione proibisce
agli studenti di portare spille non autorizzate, con l’obiettivo di
proibire quelle di Mao, soprattutto da parte degli studenti di origine
cinese.
27 GIUGNO: viene introdotta la legge marziale in alcune zone di Rangoon, a causa di manifestazioni.
28 GIUGNO: 1328 cinesi vengono arrestati a Rangoon.
29
GIUGNO: l’Ambasciata cinese a Rangoon viene assaltata dai dimostranti.
La Cina ritira il proprio ambasciatore. Il governo birmano dichiara che
negli scontri tra il 22 e il 29 giugno circa cinquanta cinesi hanno
perso la vita. Fonti cinesi dichiarano che centinaia di cinesi hanno
perso la vita.
7 LUGLIO: la Cina sospende la cooperazione con la Birmania.
6 OTTOBRE: tutti i tecnici cinesi vengono rimpatriati.
1968
27 GENNAIO: rilascio di 127 prigionieri politici.
22 LUGLIO: conflitto tra le forze governative e le truppe del partito comunista a Tao Long.
1969
3 APRILE: Aung Gyi, tra i leader del partito comunista birmano, viene ucciso.
11 APRILE: U Nu parte per l’India e forma un governo in esilio.
1°
GIUGNO: l’Organismo consultivo per l’Unità Interna presenta il suo
rapporto che raccomanda un governo di coalizione nazionale, dialogo di
pace con i ribelli e il decentramento dell’economia. U Nu invia un
proprio rapporto.
2 GIUGNO: Ne Win rifiuta le proposte presentate dall’Organismo consultivo per l’Unità Interna.
1°
DICEMBRE: gli studenti di Rangoon, Mandalay e Moulmein approfittano dei
Giochi del Sud-est asiatico a Rangoon per protestare contro il
Consiglio Rivoluzionario. Le manifestazioni vengono represse e molti
studenti vengono espulsi dall’università.
Anni Settanta
1972-1973
Critiche
internazionali per il traffico di droga costringono il governo birmano
ad abbandonare il sodalizio con i signori della droga e della guerra;
ciò nonostante, tra il 1974 e il 1988 la produzione di oppio cresce di
venti volte.
1974
3 GENNAIO: viene adottata una
nuova Costituzione, che stabilisce un sistema politico con un partito
unico e uno Stato centralizzato. I poteri delegati dalla vecchia
Costituzione agli Stati etnici vengono annullati. Ne Win continua a
governare con il Burma Socialist Programme Party (BSPP).
2 MARZO: dodicesimo anniversario del colpo di Stato del 1962; entra in vigore la nuova Costituzione.
13
MAGGIO: i lavoratori dei campi petroliferi di Chauk, nella Birmania
centrale, organizzano uno sciopero e chiedono salari più alti. Lo
sciopero si diffonde in altre 42 imprese di Stato e ne segue una rivolta
nazionale.
6 GIUGNO: l’esercito interviene per interrompere gli
scioperi e spara sui lavoratori portuali e quelli tessili. Almeno 22
persone sono uccise dalla polizia.
25 NOVEMBRE: il segretario
generale dell’ONU, U Thant, muore. Manifestazioni di studenti e monaci
buddisti che chiedono funerali di stato. La bara viene trafugata dagli
studenti.
DICEMBRE: manifestazioni degli studenti chiedono l’eliminazione della dittatura e del partito unico.
11 DICEMBRE: la legge marziale viene introdotta.
12
DICEMBRE: continuano le manifestazioni contro la dittatura; nove
studenti uccisi e migliaia di studenti e attivisti vengono arrestati. Le
università vengono chiuse.
1975
13 MAGGIO: le università vengono riaperte.
6
GIUGNO: riprendono le manifestazioni degli studenti e dei lavoratori
nell’anniversario delle manifestazioni operaie dell’anno precedente. Le
scuole e le università vengono chiuse di nuovo.
11 GIUGNO:
l’esercito interviene contro i dimostranti vicino alla Pagoda di Shwe
Dagon e arresta 213 studenti e altri manifestanti. 213 di questi vengono
condannati a quattro, cinque anni di carcere; 80 lavoratori della Burma
Pharmaceutical Corporation e della Jute Mill vengono condannati a dieci
e sedici anni di carcere per ostruzione all’economia socialista. Le
università vengono chiuse.
LUGLIO: si annuncia il tentativo di colpo di Stato da parte di giovani ufficiali contrari al sistema socialista.
10 SETTEMBRE: processo ai golpisti, tra cui l’ex capo dell’esercito e il ministro della Difesa.
1976
5 GENNAIO: le università, chiuse dal giugno 1975, vengono riaperte.
2 MARZO: le università vengono nuovamente chiuse, a seguito di ulteriori agitazioni studentesche.
26
APRILE-10 MAGGIO: i leader etnici ribelli di dodici gruppi si
riuniscono a Manerplaw, quartiere generale del KNU, per formare il
National Democratic Front.
31 AGOSTO: viene sospesa la legge marziale a Rangoon.
1977
1° OTTOBRE: le università, chiuse dal 1976, vengono riaperte.
1978
11
FEBBRAIO: l’esercito lancia l’operazione Naga Min (Re Dragone) nello
Stato Arakan, migliaia di musulmani vengono arrestati nella zona di
Sittwe.
3 MARZO: altre 200 persone vengono arrestate nello Stato Arakan, stupri, uccisioni e incendi.
15 MARZO: interi villaggi vicino a Buthidaung, nell’Arakan, vengono bruciati e migliaia di persone fuggono in Bangladesh.
MAGGIO: migliaia di persone dell’etnia Rohingya fuggono in Bangladesh ogni giorno.
6 GIUGNO: il ministro degli Esteri bengalese arriva a Rangoon per discutere la crisi dei rifugiati.
30 GIUGNO: i rifugiati Rohingya in Bangladesh sono ormai 200.000.
9 LUGLIO: accordo tra il governo birmano e bengalese sul rimpatrio dei rifugiati.
31 AGOSTO: comincia il rimpatrio.
1979
12 LUGLIO: la giunta annuncia un accordo di cooperazione con la Cina per 63 milioni di dollari.
7 SETTEMBRE: la Birmania lascia il movimento dei Paesi non allineati.
Anni Ottanta
1980
25 MAGGIO: il governo annuncia un’amnistia di tre mesi nei confronti dei ribelli.
16
AGOSTO: il governo annuncia che 1431 ribelli si sono arresi. Il totale
alla fine dell’amnistia sarà di 2189; stime indipendenti riferiscono di
300-400 persone.
1981
La Cina interrompe il sostegno al partito comunista birmano.
1982
1°
LUGLIO: il sottosegretario agli Esteri americano va in visita a Rangoon
e conferma il sostegno americano alla lotta ai narcotici.
1987
La
Birmania viene inserita nella lista ONU dei Paesi meno avanzati.
Rangoon manda fuori corso le banconote da 75, 35 e 25 kyats e le
rimpiazza con banconote da 90 e 45 kyats. Studenti infuriati scendono in
piazza e attaccano le proprietà dello Stato.
1988
16
MARZO: l’Incidente del Ponte Rosso. Una protesta di studenti a Rangoon
contro il governo Ne Win viene repressa dall’esercito e decine di
studenti rimangono uccisi. Le università e le scuole vengono chiuse.
1000 dimostranti vengono arrestati.
10 MAGGIO: Amnesty
International pubblica un rapporto sulla Birmania e accusa l’esercito di
stupri, torture, uccisioni, esecuzioni sommarie nelle zone di
frontiera, nonché di costringere migliaia di persone al lavoro forzato e
a intervenirecome detector umani nelle zone minate.
30 MAGGIO: riaprono le scuole e le università.
15-21
GIUGNO: proteste studentesche in tutto il Paese vengono represse con la
violenza e viene introdotto il coprifuoco. Tutte le università e le
scuole vengono nuovamente chiuse.
23 LUGLIO: dimissioni del
generale Ne Win che dichiara di voler convocare un referendum per
decidere se mantenere il partito unico o andare verso una democrazia
multipartitica, ma il BSPP non accetta la proposta. Sein Lwin diventa il
nuovo presidente.
8 AGOSTO: la rivolta soprannominata 8.8.88.
Gli operai dichiarano uno sciopero, gli studenti lo sostengono scendendo
in piazza in tutto il Paese. Milioni di dimostranti invadono le strade
del Paese per chiedere democrazia e rispetto dei diritti umani.
Centinaia di persone vengono uccise dall’esercito a Rangoon.
19
AGOSTO: Sein Lwin, «il macellaio di Rangoon», dà le dimissioni. Il
dottor Maung Maung, l’unico membro civile del BSPP, diventa presidente e
presidente del BSPP.
24 AGOSTO: viene sospesa la legge marziale. Maung Maung promette un referendum sulla richiesta di un governo multipartitico.
26
AGOSTO: Aung San Suu Kyi parla a mezzo milione di personeradunatesi
presso la Pagoda di Shwe Dagon a Rangoon e rilancia il movimento
democratico. Lo sciopero generale strangola Rangoon.
26-28
AGOSTO: una rivolta scoppia nella famosa prigione di Insein.
Simultaneamente in altre nove carceri nel Paese circa 9000 detenuti
riescono a fuggire.
28 AGOSTO: la Federazione birmana degli
studenti ABFSU nasce a Rangoon e Min Ko Naing viene eletto presidente. U
Nu forma la Lega per la Democrazia e la Pace, U Tin Oo ne diventa
segretario generale.
29 AGOSTO: giuristi, scrittori, attori di cinema e cantanti si uniscono alle manifestazioni.
18
SETTEMBRE: nasce, a seguito di un colpo di Stato militare, lo SLORC.
Continua la mattanza nel Paese. Circa 10.000 persone perdono la vita.
Lo
SLORC pubblica l’Ordinanza n. 2/88 in cui si proibisce ogni attività
effettuata da cinque o più persone. Tale Ordinanza è rafforzata dalla
legge 1908 sull’associazione illegale, che punisce coloro che violano le
norme, con non meno di due anni di carcere.
24 SETTEMBRE: viene
costituita la Lega Nazionale per la Democrazia e Aung San Suu Kyi,
figlia del padre della patria, il generale Aung San, diventa segretaria
generale.
30 SETTEMBRE: viene emessa l’Ordinanza n. 6/88 nota
come «Legge sulla formazione di associazioni e organizzazioni» che
obbliga ogni organizzazione a chiedere l’autorizzazione al ministero
degli Interni per continuare a esistere. Chi viola la norma potrà essere
condannato fino a cinque anni di carcere.
27 DICEMBRE: Daw Khin
Kyi, madre di Aung San Suu Kyi, muore a Rangoon e una folla immensa
inscena una protesta pacifica contro il regime.
1989
10
GENNAIO: un rapporto di Amnesty International denuncia come l’esercito
thailandese costringa al rientro in Birmania gli studenti che si erano
rifugiati nelle città di confine tra i due Paesi.
7 FEBBRAIO: un
rapporto del Dipartimento di Stato americano denuncia e accusa il regime
birmano di uccisioni indiscriminate, arresti arbitrari e torture dei
prigionieri politici.
23 APRILE: arresto di studenti che avevano partecipato a un’iniziativa dell’NLD per l’anno nuovo.
27 MAGGIO: lo SLORC cambia il nome di Birmania in Myanmar.
19 GIUGNO: vengono riaperte le scuole primarie, chiuse dal 9 agosto 1988.
7 LUGLIO: una bomba esplode nella raffineria di Syriam vicino Rangoon.
20
LUGLIO: Aung San Suu Kyi e il presidente dell’NLD U Tin Oo vengono
posti agli arresti domiciliari e viene impedito loro di candidarsi alle
elezioni.
25 SETTEMBRE: vengono riaperte le scuole superiori.
11 DICEMBRE: 100 partiti politici si candidano per partecipare alle elezioni che verranno indette per il maggio 1990.
29 DICEMBRE: U Nu viene messo agli arresti domiciliari.
Anni Novanta
1990
16 GENNAIO: la Commissione elettorale impedisce ad Aung San Suu Kyi di contestare le procedure elettorali.
13 FEBBRAIO: la Commissione per i diritti umani dell’ONU nomina un relatore speciale per la Birmania.
27
MAGGIO: si tengono le elezioni e l’NLD ottiene 392 seggi su 485. La
giunta militare rifiuta di riconoscere i risultati elettorali.
20 GIUGNO: l’NLD chiede l’apertura di un negoziato con lo SLORC.
27
LUGLIO: secondo lo SLORC, i parlamentari eletti non possono formare il
nuovo governo sino a quando non verrà redatta una nuova Costituzione. Lo
SLORC annuncia che continuerà a governare il Paese con la legge
marziale sino ad allora.
28 LUGLIO: l’NLD adotta una Costituzione
ad interim che emenda la Costituzione del ’47 e sostituisce quella del
1974. Lo SLORC si rifiuta di accettare una Costituzione temporanea.
8
AGOSTO: le manifestazioni per il secondo anniversario delle rivolte
popolari vengono nuovamente represse nel sangue. A Mandalay 300 monaci
buddisti scendono in piazza. Nella manifestazione vengono uccisi due
studenti e due monaci buddisti. La giunta impone ai monaci di formare
un’organizzazione autorizzata. Il cugino di Aung San Suu Kyi, Sein Win, e
altri sette parlamentari fuggono presso il KNU e formano il governo
birmano in esilio, NCGUB (National Coalition Government of the Union of
Burma).
9 OTTOBRE: il ministro degli Affari Esteri dello SLORC, U
Ohn Gyaw, annuncia all’Assemblea generale dell’ONU l’apertura di un
tavolo negoziale sulla Costituzione.
12 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi viene premiata in Norvegia, con il Thorolf Rafto Human Rights Award.
1991
Il Parlamento europeo dichiara illegittimo lo SLORC, condanna il governo birmano e chiede la liberazione di Aung San Suu Kyi.
17
GENNAIO: la CISL Internazionale, in un rapporto all’OIL, consegna le
prove della presenza diffusa del lavoro forzato controllato
dall’esercito, che coinvolge migliaia di lavoratori, donne e bambini.
10 LUGLIO: Aung San Suu Kyi riceve il Premio Sakharov, dal Parlamento europeo.
10 AGOSTO: il regime militare emenda la legge e autorizza la detenzione per altri tre anni di Aung San Suu Kyi.
29-30 AGOSTO: arresto di dissidenti accusati di legami con i gruppi etnici ribelli.
3 OTTOBRE: l’NCGUB (governo in esilio) chiede l’introduzione di sanzioni da parte dell’ONU.
14 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi riceve il Premio Nobel per la Pace.
1992
Gli
Stati del Sud-est asiatico, che fanno parte dell’ASEAN, si riuniscono e
rifiutano le richieste degli altri Paesi occidentali, per una condanna
dello SLORC. Il generale Than Shwe sostituisce Sau Maung come presidente
dello SLORC, primo ministro e ministro della Difesa.
GENNAIO-FEBBRAIO: migliaia di insegnanti sono obbligati a partecipare a corsi di rieducazione.
4
MARZO: la Commissione dell’ONU per i diritti umani si riunisce a
Ginevra e condanna il governo birmano per le continue violazioni dei
diritti umani.
20 MARZO: lo SLORC dichiara illegali altri partiti politici che avevano preso parte alle elezioni.
MAGGIO: rilascio di prigionieri politici e comuni al fine di migliorare l’immagine internazionale della giunta.
GIUGNO:
a Ginevra il governo birmano presenta all’OIL un rapporto in cui
riconosce che l’esercito è costretto a utilizzare portatori per il
trasporto di cibo e armi nelle zone di conflitto, ma rifiuta le accuse
di maltrattamento e lavoro forzato. Sostiene anche che il Trade Union
Act, la legge che vieta i sindacati, verrà emendata.
1993
23
GENNAIO: la CISL Internazionale presenta un’ulteriore denuncia all’OIL
secondo l’art. 24 dello Statuto con prove che attestano come l’esercito
abbia istituzionalizzato il lavoro forzato, attraverso il reclutamento
forzato e gli abusi, nonché l’utilizzo di donne e bambini.
GENNAIO: si apre la Convenzione nazionale, che si riunisce sporadicamente nei quattro anni successivi.
MARZO:
la 255° sessione del Consiglio di amministrazione dell’OIL decide che
la denuncia della CISL Internazionale è ricevibile e istituisce un
comitato ad hoc per esaminare la grave violazione della Convenzione che
vieta il lavoro forzato.
1994
GENNAIO: la
giunta militare annuncia che Aung San Suu Kyi potrebbe rimanere agli
arresti domiciliari fino a sei anni, secondo la legge marziale.
FEBBRAIO: per la prima volta alcune persone al di fuori della famiglia di Aung San Suu Kyi sono autorizzate a incontrarla.
20
SETTEMBRE: il presidente della giunta Than Shwe e il generale Khin
Nyunt incontrano Aung San Suu Kyi. Si spera nell’avvio di un dialogo.
28 OTTOBRE: una seconda riunione tra il generale Khin Nyunt e Aung San Suu Kyi avviene presso la State Guest House.
NOVEMBRE:
il Consiglio di amministrazione dell’OIL approva il rapporto del
comitato ad hoc e le sue conclusioni, in cui si afferma che il lavoro e i
servizi forzati sono effettuati in violazione della Convenzione 29.
1995
GIUGNO:
il governo dichiara all’OIL che sta provvedendo a modificare la
legislazione nazionale onde proibire il lavoro forzato. La CISL
Internazionale denuncia la violazione delle norme fondamentali del
lavoro; denuncia altresì che oltre 800.000 persone sono coinvolte nel
lavoro forzato, e che nella costruzione della ferrovia Ye-Tavoy sono
usati oltre 20.000 lavoratori forzati, presentando una denuncia per la
violazione del Regolamento Europeo di Preferenze generalizzate. L’UE
sospende le preferenze commerciali con la Birmania.
10 LUGLIO: Aung San Suu Kyi viene liberata dopo sei anni di arresti domiciliari.
28
NOVEMBRE: l’NLD si ritira dalla Convenzione nazionale e denuncia
l’assenza di democrazia nel processo decisionale. Il giorno successivo
la giunta espelle i delegati dell’NLD.
1996
11
FEBBRAIO: Aung San Suu Kyi lancia un appello alla comunità
internazionale e chiede il sostegno mondiale per ripristinare la
democrazia.
MARZO: Aung San Suu Kyi sale sul treno per Mandalay,
ma per «problemi tecnici» la carrozza nella quale si trova, non viene
fatta partire.
31 MARZO: la Convenzione nazionale viene sospesa sino a data da destinarsi.
20
GIUGNO: 25 delegati del gruppo lavoratori alla Conferenza annuale
dell’OIL denunciano nuovamente la giunta e creano le condizioni per la
costituzione di una Commissione di Inchiesta sul lavoro forzato.
23 LUGLIO: la Birmania viene ammessa come osservatore nell’ASEAN.
LUGLIO: 5000 Shan vengono spostati in aree controllate dallo SLORC.
26
SETTEMBRE: la polizia antisommossa costruisce barriere di fronte alla
casa di Aung San Suu Kyi in University Avenue, per impedire
l’effettuazione del congresso dell’NLD.
21 OTTOBRE: scontri a Rangoon tra la polizia e gli studenti.
26
OTTOBRE: l’Unione Europea adotta la Posizione comune, a causa del
lavoro forzato che conferma l’embargo di armi imposto nel 1990, la
sospensione della cooperazione militare e introduce divieto di visti.
3 DICEMBRE: arresto di circa 600 studenti.
1997
7-14
GENNAIO: quattordici gruppi etnici rifiutano la Convenzione nazionale,
in quanto strumento per il mantenimento della dittatura. Dichiarano di
voler lavorare con l’NLD per la costituzione di uno Stato federale.
APRILE: decine di migliaia di Shan vengono spostati forzatamente.
24 LUGLIO: la Birmania entra formalmente a far parte dell’ASEAN.
12 AGOSTO: vengono riaperte migliaia di scuole primarie e secondarie.
SETTEMBRE:
l’NLD annuncia che convocherà il parlamento, istituisce un comitato per
attuare il mandato dei restanti 251parlamentari eletti.
15 NOVEMBRE: lo SLORC cambia nome in SPDC (State Peace and Development Council).
NOVEMBRE: a Ginevra, il governo birmano si rifiuta di partecipare all’Hearing convocata dalla Commissione di Inchiesta dell’OIL.
1998
300
membri dell’NLD vengono liberati, ma la giunta si rifiuta di rispettare
la scadenza posta dall’NLD per la convocazione del parlamento
democraticamente eletto.
MARZO: centinaia di avvocati e monaci buddisti vengono arrestati in tutto il Paese.
LUGLIO:
la Commissione di Inchiesta dell’OIL presenta un rapporto e definisce
il 1° maggio 1999 come data limite perché il governo birmano adegui la
legislazione ed elimini il lavoro forzato.
LUGLIO-AGOSTO: Aung
San Suu Kyi cerca di incontrare gli iscritti all’NLD fuori da Rangoon,
ma la polizia blocca la sua auto sulla strada per Bassein.
OTTOBRE: l’UE rafforza la Posizione comune e il divieto di visti per la giunta.
1999
27
MARZO: il marito di Aung San Suu Kyi, Michael Aris, muore di cancro
alla prostata; la sua richiesta di visto al governo birmano, per poter
incontrare per l’ultima volta la moglie che non vedeva dal 1995, viene
rifiutata. Aung San Suu Kyi rifiuta l’offerta della giunta di andare a
Londra a incontrare per l’ultima volta il marito morente.
20 SETTEMBRE: Aung San Suu Kyi viene nuovamente posta agli arresti domiciliari.
1996-2000
Aung San Suu Kyi viola più di una volta il divieto di allontanarsi da Rangoon per incontri politici e manifestazioni.
Anni Duemila
2000
APRILE:
l’Unione Europea adotta una posizione più rigida contro il regime
militare, introducendo un divieto di esportazione di armi e di prodotti
utilizzabili dall’esercito o dalla polizia, impone la proibizione
dell’accesso dei membri della giunta e dei loro familiari nell’UE, e il
congelamento dei fondi di proprietà della giunta.
4 APRILE: Kofi Annan nomina Ismail Razali come rappresentante speciale per la Birmania.
GIUGNO:
l’OIL adotta una risoluzione che sanziona la giunta militare per il
continuo utilizzo del lavoro forzato. L’OIL chiede ai governi, alle
istituzioni internazionali, agli imprenditori e alle organizzazioni
sindacali di rivedere profondamente i rapporti con la giunta militare,
così da evitare che possano essere utilizzati per mantenere la pratica
del lavoro forzato.
22 SETTEMBRE: Aung San Suu Kyi viene messa di nuovo agli arresti domiciliari.
OTTOBRE: Aung San Suu Kyi incontra ripetutamente i rappresentanti dell’SPDC. Iniziano gli incontri segreti.
21
OTTOBRE: una delegazione dell’OIL arriva in Birmania per incontri
finalizzati a trovare una soluzione al problema del lavoro forzato.
13
DICEMBRE: Amnesty International presenta un rapporto «Birmania
l’istituzione della tortura» in cui denuncia che circa 1700 prigionieri
politici sono a rischio di tortura.
2000-2002
Colloqui
segreti tra Aung San Suu Kyi e il regime militare per cercare di
avviare un dialogo democratico. Tuttavia non si ha alcuna apertura da
parte della giunta.
2001
24 GENNAIO: il regime libera 84 rappresentanti dell’NLD.
GENNAIO:
una delegazione della troika dell’UE visita la Birmania per la seconda
volta per verificare gli eventuali progressi, così da permettere la
cancellazione delle sanzioni.
APRILE: l’UE rinnova le sanzioni a
causa dell’assenza di progressi nel processo di riconciliazione. Tali
sanzioni vengono rinnovate ogni sei mesi.
17 MAGGIO: una missione dell’OIL va a Rangoon per discutere con la giunta le misure da attuare per eliminare il lavoro forzato.
GIUGNO: informazioni sui colloqui vengono diffuse sui giornali birmani, dopo sei mesi dalla loro diffusione su quelli stranieri.
NOVEMBRE:
il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, chiede al regime di
continuare il processo di riconciliazione. Il presidente cinese Jiang
Zemin visita la Birmania e dichiara il suo sostegno al governo birmano.
31 DICEMBRE: 219 prigionieri politici sono stati rilasciati, ma la maggior parte di loro aveva già scontato la pena.
2002
18
FEBBRAIO: l’OIL ritorna in Birmania, la delegazione non riesce a
incontrare Aung San Suu Kyi. Il giudizio è estremamente critico.
MARZO: si raggiunge un accordo per la nomina di un rappresentante dell’OIL in Birmania.
13
MARZO: la troika dell’UE arriva per la terza volta in Birmania per
discutere con la giunta il rilascio di Aung San Suu Kyi e l’avvio di un
dialogo credibile per la democrazia.
6 MAGGIO: Aung San Suu Kyi
viene nuovamente rilasciata, dopo circa venti mesi di arresti
domiciliari, e le viene consentito di viaggiare fuori da Rangoon.
22 MAGGIO: la giunta chiude tutte le frontiere con la Thailandia, dopo alcune tensioni con le truppe thailandesi.
15 GIUGNO: Aung San Suu Kyi fa la sua prima uscita da Rangoon, in pellegrinaggio a un monastero.
16
GIUGNO: la Conferenza Internazionale del Lavoro adotta una risoluzione
che chiede ai governi, alle imprese e alle istituzioni internazionali di
adottare con urgenza le misure appropriate, comprese quelle relative
agli investimenti diretti esteri, in tutte le varie forme, le relazioni
con le imprese di proprietà della giunta militare o dello Stato.
19 GIUGNO: Aung San Suu Kyi compie 57 anni.
21 GIUGNO: Aung San Suu Kyi inizia un tour per la Birmania del Nord e a Mandalay.
18
AGOSTO: il primo ministro malese Mahathir Mohamad arriva a Rangoon,
Aung San Suu Kyi chiede di vederlo. La giunta lo impedisce.
8 SETTEMBRE: una missione dell’UE arriva a Rangoon per una valutazione sul processo e sul dialogo tra il regime e l’opposizione.
23 OTTOBRE: l’UE decide di estendere le sanzioni.
5 DICEMBRE: l’ex uomo forte, il generale Ne Win, muore a Rangoon.
2003
Il
generale Khin Nyunt diventa primo ministro. La «Far Eastern Economic
Review» in un articolo denuncia che la Corea del Nord è diventata la
fonte primaria di tecnologia nucleare per la Birmania, e che tecnici
nord-coreani sono stati visti più volte scaricare pesanti attrezzature
militari a Myothit, vicino alla città di Natmauk, al centro della
Birmania. 80 militari vanno in Corea del Nord per studiare tecnologia ed
energia atomica e nucleare.
8 GENNAIO: Aung San Suu Kyi tiene la
sua conferenza stampa di fine anno e denuncia la non volontà della
giunta di andare avanti nel dialogo.
31 GENNAIO: due rappresentanti di Amnesty International arrivano in Birmania per degli incontri.
6 FEBBRAIO: Aung San Suu Kyi riceve il Neuharth Free Spirit of the Year Award.
10 FEBBRAIO: la giunta arresta dodici sostenitori della democrazia.
26
FEBBRAIO: l’FTUB, il sindacato birmano, rilascia un appello alle
organizzazioni internazionali e chiede la sospensione di tutti gli aiuti
e l’assistenza al governo birmano.
16 MAGGIO: il convoglio
dell’NLD viene bloccato da 300 membri dell’USDA, l’associazione che fa
capo alla giunta militare, vicino alla capitale dello Stato Kachin.
30
MAGGIO: massacro di Depayin. Un convoglio dell’NLD viene attaccato da
uomini dell’SPDC nel tentativo di uccidere la leader birmana. I morti
sono centinaia. Aung San Suu Kyi viene rapita, tenuta per un lungo
periodo in un luogo segreto e nuovamente arrestata.
1-2 GIUGNO: i leader del mondo chiedono il rilascio di Aung San Suu Kyi.
19 GIUGNO: Aung San Suu Kyi trascorre il suo 58° compleanno agli arresti.
15 LUGLIO: il Congresso americano approva una legge che proibisce il commercio con la Birmania.
17 LUGLIO: la Thailandia propone una Road Map per la democrazia.
20
LUGLIO: il primo ministro malese Mahathir Mohamad avverte la giunta che
la Birmania potrebbe essere espulsa dall’ASEAN, se non rilascia Aung
San Suu Kyi.
AGOSTO: la giunta presenta una Road Map in sette punti per l’avvio delle riforme politiche.
30
AGOSTO: il generale Khin Nyunt annuncia la volontà di promuovere una
Road Map verso la democrazia. Sette punti che comprendono la ripresa
della Convenzione nazionale per riscrivere la Costituzione. Mancano
totalmente le regole democratiche.
1° SETTEMBRE: Aung San Suu Kyi inizia lo sciopero della fame.
10 OTTOBRE: l’azienda Kappa interrompe i rapporti commerciali con la Birmania, a seguito di pressioni sindacali e delle ONG.
NOVEMBRE: vengono rilasciati dagli arresti domiciliari cinque leader dell’NLD dopo la visita dell’inviato speciale dell’ONU.
2004
MARZO:
il Consiglio di amministrazione dell’OIL chiede alla giunta il rilascio
immediato di tre sindacalisti condannati a morte per essere stati
trovati in possesso del biglietto da visita del rappresentante dell’OIL.
26 APRILE: l’UE rafforza ulteriormente le sanzioni.
12
MAGGIO: la Corte Suprema modifica la condanna a morte in condanna al
carcere a vita per uno di essi, con lavori pesanti, e a due e tre anni
per gli altri.
17 MAGGIO: viene convocata una nuova Convenzione
nazionale. L’NLD e i rappresentanti degli otto gruppi etnici principali
decidono di non partecipare, in quanto né le regole né gli obiettivi e
tanto meno il processo hanno una minima base democratica.
GIUGNO:
l’ambasciatore birmano informa la Conferenza dell’OIL che la Corte
Suprema ha commutato la condanna a morte a tre anni di carcere per tre
sindacalisti, accusati di tradimento per il possesso di un un telefono
satellitare e del biglietto da visita di un rappresentante dell’OIL. La
giunta mi litare viene nuovamente condannata dall’OIL per la violazione
della Convenzione 87 sulla libertà di organizzazione sindacale, oltre
che per il lavoro forzato.
9 LUGLIO: la Convenzione nazionale viene sospesa nuovamente.
6
SETTEMBRE: l’Unione Europea acconsente all’entrata della Birmania
nell’ASEM (Asia-Europe Meeting) e viene criticata pesantemente per
questa scelta.
19 OTTOBRE: il primo ministro generale Khin Nyunt
viene messo agli arresti domiciliari per corruzione e sostituito con il
generale Soe Win. Vi è una purga in tutto il sistema di potere e nei
servizi segreti.
25 OTTOBRE: il Consiglio dei ministri dell’UE
rivede la Posizione comune e rafforza le sanzioni proibendo alle imprese
europee di investire nelle imprese di proprietà dello Stato birmano.
NOVEMBRE:
il Consiglio di amministrazione dell’OIL decide che nella successiva
sessione di marzo dovrà adottare ulteriori azioni comprese quelle
riguardanti gli investimenti diretti esteri o l’attuazione del Piano di
azione.
26 DICEMBRE: lo tsunami colpisce anche la costa
meridionale della Birmania, le Coco Islands e il delta dell’Irrawaddy.
Ma la giunta nega qualsiasi danno.
2005
12
FEBBRAIO: l’NCUB, l’organizzazione ombrello che raccoglie tutti i
partiti democratici, le organizzazioni dei gruppi etnici e i sindacati
si riunisce clandestinamente in Birmania e approva i principi
fondamentali in base ai quali stendere la Costituzione democratica e
federale.
17 FEBBRAIO: la giunta riconvoca la Convenzione nazionale. I colloqui si interrompono a gennaio 2006 senza nessuna conclusione.
25 APRILE: rinnovo per un altro anno della Posizione comune dell’UE.
7 MAGGIO: tre bombe esplodono simultaneamente nelle zone centrali della capitale causando, secondo il governo, 23 morti.
26
LUGLIO: la Birmania, a seguito delle forti pressioni internazionali, è
costretta a rinunciare alla presidenza dell’ASEAN che avrebbe dovuto
assumere nel 2006.
21 SETTEMBRE: il Premio Nobel per la Pace
arcivescovo Desmond Tutu e l’ex presidente ceco presentano un rapporto
«Threat to Peace» e lanciano un appello perché il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU metta all’ordine del giorno la questione Birmania.
24 OTTOBRE: decimo anno di arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi.
27 NOVEMBRE: la giunta estende per un altro anno gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi.
NOVEMBRE:
la giunta annuncia lo spostamento della capitale e della sede del
governo nella città di Pyinmana, (ora rinominata Naypydaw o Royal
capital) al centro del Paese. Questo spostamento ha causato la
migrazione forzata di oltre 2000 persone e la confisca delle loro terre.
DICEMBRE:
il Comitato Internazionale della Croce Rossa sospende tutte le attività
d’ispezione delle prigioni a causa delle pressione da parte dell’USDA
(l’associazione pro giunta) perché i suoi funzionari accompagnino gli
ispettori della Croce Rossa.
2 DICEMBRE: l’Associazione di
Assistenza dei Prigionieri Politici (AAPP) presenta il rapporto sulle
torture e gli abusi fisici, psicologici e sessuali.
16 DICEMBRE:
il Consiglio di Sicurezza dell’ONU discute della questione Birmania,
sebbene ancora a livello informale, compresa la questione del lavoro
forzato.
2006
4 GENNAIO: l’inviato speciale
dell’ONU, Ismail Razali, dà le dimissioni per l’impossibilità di
operare, a causa del rifiuto della giunta di concedergli il visto per
entrare nel Paese ormai da 22 mesi.
12 GENNAIO: l’azienda coreana
Daewoo International annuncia la scoperta di depositi di gas al largo
della costa occidentale della Birmania.
31 GENNAIO: la giunta sospende la Convenzione nazionale per la nuova Costituzione dopo meno di due mesi di lavoro.
2
FEBBRAIO: vengono lanciate in moltissimi Paesi iniziative contro la
presenza della TOTAL Oil in Birmania, quarta azienda petrolifera più
grande del mondo.
7 FEBBRAIO: il rapporto del relatore speciale
dell’ONU sui diritti umani Paulo Sérgio Pinheiro sottolinea il vasto e
sistematico utilizzo del lavoro e del reclutamento forzato di lavoratori
da parte delle autorità.
10 FEBBRAIO: l’ex ministro degli Esteri
Wing Aung è accusato di corruzione. La giunta emette nuove linee guida
che limitano fortemente il funzionamento delle agenzie dell’ONU e delle
organizzazioni internazionali operanti in Birmania. Il Global Fund
contro l’HIV-AIDS interrompe i propri programmi e si ritira dalla
Birmania.
MARZO: la nuova capitale Pyinmana ospita il suo primo evento ufficiale con la parata della giornata delle forze armate.
1°
MARZO: il Dipartimento di Stato americano dichiara che la Birmania
rimane il secondo Paese produttore di oppio al mondo dopo l’Afghanistan.
30 MARZO: Medécin Sans Frontieres chiude i suoi uffici a Rangoon, a causa delle restrizioni alle attività imposte dalla giunta.
6
APRILE: le organizzazioni democratiche riunite nell’NCUB (National
Council of the Union of Burma) approvano una bozza di Costituzione
democratica e federale.
26 APRILE: la giunta dichiara l’NLD
«organizzazione terrorista» e il ministro dell’Informazione dichiara che
l’NLD «ha collegamenti con gruppi di espatriati, terroristi e
distruttivi» e che la giunta è sotto attacco di un complotto terrorista.
18
MAGGIO: il sottosegretario generale dell’ONU, Ibrahim Gambari, comincia
una visita di tre giorni in Birmania per incontri con il generale Than
Shwe. Incontra brevemente anche il Premio Nobel Aung San Suu Kyi agli
arresti domiciliari.
27 MAGGIO: il regime militare estende per un
altro anno gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi.
L’organizzazione delle donne Palaung denuncia l’aumento della produzione
di oppio.
5 GIUGNO: il ministro della Difesa indiano Pranab
Mukherjee dichiara che il suo governo non si farà coinvolgere nei
tentativi di ripristinare la democrazia in Birmania.
6 GIUGNO:
l’attivista sindacale Su Su Nway viene liberata dopo aver scontato sette
mesi di carcere su diciotto nella prigione di Insein, per aver
denunciato le autorità locali per il lavoro forzato. Verrà insignita del
John Humphrey Freedom Award a novembre in Canada.
GIUGNO: la leader Aung San Suu Kyi è ricoverata d’urgenza in ospedale per una forte diarrea.
16 GIUGNO: la Commissione europea annuncia il finanziamento di un programma contro l’HIV-AIDS, la tubercolosi e la malaria.
5
LUGLIO: nel giornale ufficiale in lingua inglese «The New Light of
Myanmar» la giunta militare lancia un avvertimento ad Aung San Suu Kyi:
«i suoi giorni sono contati» e «lei sta andando verso una tragica fine».
8
LUGLIO: l’attivista del lavoro e giurista Aye Myint viene liberato
dalla prigione di Pegu, dopo un anno di carcere per false informazioni
nel difendere le vittime del lavoro forzato.
1° AGOSTO: il presidente americano George Bush rinnova le sanzioni economiche contro la giunta.
31 AGOSTO: la CISL Internazionale presenta un nuovo rapporto con migliaia di nuovi casi di lavoro forzato.
15
SETTEMBRE: il Consiglio di sicurezza dell’ONU tiene una seconda
discussione e decide di mettere formalmente all’ordine del giorno la
questione birmana.
27 SETTEMBRE: gli attivisti ed ex prigionieri
politici Min Ko Naing, Ko Ko Gyi e Htay Kywe sono arrestati nuovamente
nel 18° anniversario della nascita dell’NLD.
2 OTTOBRE: il gruppo
della Generazione degli Studenti dell’88 inizia la sua prima campagna
politica e avvia una raccolta di firme per la liberazione dei
prigionieri politici: più di 500.000 firme verranno consegnate all’ONU.
4
OTTOBRE: la CISL Internazionale denuncia all’OIL che 400 detenuti, che
hanno già scontato la pena, vengono costretti ai lavori forzati con
uniformi dell’esercito e dei vigili del fuoco per non essere
identificati.
31 OTTOBRE: un filmato sul sontuosissimo matrimonio
della figlia del generale Than Shwe viene lanciato da internet. Il
matrimonio è costato intorno a 80 milioni di dollari.
NOVEMBRE:
il Consiglio di amministrazione dell’OIL dà mandato al direttore
generale di richiedere, su basi prioritarie, un parere consultivo alla
Corte Internazionale di Giustizia sulla questione giuridica, circa le
conseguenze del fallimento costante e persistente da parte della
Birmania di rispettare i suoi obblighi secondo la Convenzione sul lavoro
forzato.
4 NOVEMBRE: una nave cargo della Corea del Nord
attracca al porto di Rangoon. Si vocifera il trasporto di armi e di
materiale nucleare.
10 NOVEMBRE: la Convenzione nazionale adotta una nuova bandiera nazionale birmana.
2007
27
FEBBRAIO: viene sottoscritto a Ginevra tra l’OIL e la giunta un accordo
che dovrebbe garantire a chi denuncia i casi di lavoro forzato di non
essere perseguito. Rimane aperta la questione della violazione del
lavoro forzato.
28 FEBBRAIO: mobilitazione internazionale contro
la costruzione delle dighe sul fiume Salween e contro le deportazioni di
massa, il lavoro forzato, la distruzione dell’ambiente.
19
MARZO: in Italia CISL, WWF, GREENPEACE, LEGAMBIENTE lanciano appello
comune contro il lavoro forzato, a favore della democrazia, dei diritti,
della tutela dell’ambiente e della liberazione di Aung San Suu Kyi.
MARZO:
la Lega delle donne Chin denuncia in un rapporto «unsafe state»
numerosi casi di violenza sessuale commessi da parte dell’esercito
birmano.
APRILE: l’India ha promesso di fornire un maggior numero di armi e formazione militare all’esercito birmano.
4
APRILE: la Confederazione Internazionale dei Sindacati approva nella
Conferenza di Katmandu una dichiarazione con un’agenda di impegni e
richieste alla comunità internazionale.
MAGGIO: nuovo accordo con la Russia per la costruzione di un «centro per studi nucleari» con un reattore nucleare di 10 MW.
19 GIUGNO: Aung San Suu Kyi compie 62 anni agli arresti domiciliari. Numerose manifestazioni in tutto il mondo.
GIUGNO:
la conferenza dell’OIL conclude che il lavoro forzato è ancora
ampliamente utilizzato in Birmania, e che nessuna raccomandazione della
Commissione di Inchiesta è stata attuata. Il rappresentante speciale
dell’ONU per i bambini nei conflitti armati lancia un programma per
monitorare l’uso dei bambini soldato in Birmania. Sino a ora sono oltre
70.000.
29 GIUGNO: con una rara decisione, la Croce Rossa (ICRC)
condanna duramente le violazioni delle norme umanitarie internazionali,
l’utilizzo del lavoro forzato e di detenuti come portatori e sminatori
umani per le forze armate, gli arresti arbitrari, le uccisioni, le
deportazioni e la distruzione di scorte alimentari.
LUGLIO: la
giunta militare riconvoca la Convenzione nazionale annunciando che entro
due mesi si dovrebbe arrivare alla bozza di nuova Costituzione.
15
LUGLIO: alcune organizzazioni tra cui Amnesty International denunciano
l’India per aver costruito e per voler vendere alla Birmania un
elicottero d’attacco prodotto in India con componenti europee, tra cui
componenti italiane prodotte dall’Elettronica Aster, in violazione
dell’embargo sulle armi e della risoluzione ILO del 2000.
18
LUGLIO: la CISL scrive al governo per chiedere la sospensione
dell’accordo di cooperazione per la difesa Italia-India a meno che
l’India non si impegni a non esportare armi e attrezzature militari in
Birmania.
15 AGOSTO: la giunta militare decide l’aumento fino al
500% del costo dei carburanti e dei generi di prima necessità.
Manifestazioni spontanee si sono tenute e continuano a tenersi in
Birmania nonostante gli arresti dei alcuni leader democratici.
16 AGOSTO: prime manifestazioni in piazza contro gli aumenti dei prezzi e a favore della democrazia.
19 AGOSTO: leader del gruppo «Generazione 88» hanno manifestato nelle strade di Rangoon.
21-23
AGOSTO: altre centinaia di persone si sono riversate nelle strade in
segno di protesta per gli aumenti dei prezzi dei carburanti e sono stati
minacciati da aderenti a organizzazioni pro giunta. I lavoratori di
imprese petrolifere sono stati obbligati a rimanere in fabbrica per
tutto il giorno.
24 AGOSTO: circa venti persone sono stare arrestate e quaranta messe sotto stretta sorveglianza.
25
AGOSTO: le manifestazioni si sono propagate ad altre città. I militari
hanno arrestato 100 persone tra cui tredici leader politici. Tra questi
Min Ko Naing, liberato alcuni mesi prima, dopo sedici anni di carcere
duro, e altri come Ko Ko Gyi, Htay Win Aung, Min Zeya, Mya Aye e Kyaw
Min Yu.
1° SETTEMBRE: la Convenzione nazionale indetta dalla
giunta militare per l’approvazione della nuova Costituzione e come prima
tappa della Road Map militare si conclude. La first lady americana
Laura Bush chiede con urgenza la liberazione degli arrestati e
l’intervento del segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon.
3
SETTEMBRE: oltre 1000 persone manifestano a La Butta nella divisione di
Irrawaddy, scrittori e intellettuali guidati da Nyunt Lwin, Tin Latt Ko e
Zin Kyaw Pai manifestano nella divisione di Mandalay. La giunta arresta
alcuni attivisti e leader delle manifestazioni.
5 SETTEMBRE: arresto di Aung Khin Bo, presidente dell’NLD di Bogale, e di altri funzionari dell’NLD.
6
SETTEMBRE: a Pakokku centinaia di monaci sequestrano per alcune ore una
ventina di membri delle forze di sicurezza che si erano recati nel
monastero per scusarsi del ferimento di tre monaci; le loro cinque auto
sono date alle fiamme. Il Parlamento europeo approva una durissima
risoluzione a favore della democrazia.
7 SETTEMBRE: il governo
italiano esprime preoccupazione per gli arresti e rammarico per il
fallimento della Convenzione nazionale.
8 SETTEMBRE: la giunta
militare al potere in Birmania condanna a 20 e 28 anni di prigione sei
sindacalisti, dopo un processo a porte chiuse nella prigione di Rangoon.
13 SETTEMBRE: il senato italiano approva una risoluzione sulla Birmania.
17 SETTEMBRE: i monaci buddisti lanciano il boicottaggio delle offerte da parte dei militari.
19 SETTEMBRE: 500 monaci occupano la Sule Pagoda. Altri 200 manifestano in altre parti di Rangoon.
20 SETTEMBRE: oltre 1000 monaci scendono in piazza a sostegno della popolazione a Rangoon.
21 SETTEMBRE: 3000 persone compresi 1500 monaci di nuovo in piazza a Rangoon.
22
SETTEMBRE: manifestazione di 10.000 persone e 4000 monaci a Mandalay.
Oltre 20.000 monaci e 10.000 persone raggiungono la residenza di Aung
San Suu Kyi. La leader birmana esce dal cancello e prega con i monaci.
23
SETTEMBRE: la polizia antisommossa armata impedisce ai monaci e
manifestanti di avvicinarsi all’abitazione di Aung San Suu Kyi.
24 SETTEMBRE: 100.000 in piazza. Manifestazioni pacifiche a Rangoon, Mandalay. L’esercito si schiera nelle piazze.
25
SETTEMBRE: decine di migliaia scendono in piazza. Si ritiene che Aung
San Suu Kyi sia stata trasferita dalla sua residenza al quartier
generale della polizia. Bush annuncia il rafforzamento delle sanzioni
economiche. Continuano gli arresti nei monasteri. Quattro monaci
buddisti vengono uccisi.
26 SETTEMBRE: arresti dei leader, di
attori e intellettuali che hanno sostenuto le manifestazioni pacifiche e
fatto offerte ai monaci.
27 SETTEMBRE: 70.000 persone scendono
in piazza a Rangoon. I ministri dell’ASEAN esprimono repulsione verso le
azioni della giunta. L’UE decide di riconsiderare le sanzioni
economiche.
28 SETTEMBRE: Papa Benedetto XVI lancia un appello per la pace e il dialogo in Birmania nella preghiera di mezzogiorno.
29
SETTEMBRE: manifestanti uccisi a Rangoon. L’opposizione denuncia oltre
200 morti nelle manifestazioni. I corpi sarebbero stati portati via di
nascosto. Oltre 2000 gli arresti: alcuni monaci sono condannati a sei
anni di carcere. Appello del sindacato birmano che lancia lo sciopero
generale nelle zone industriali.
1° OTTOBRE: Ibrahim Gambari,
inviato speciale dell’ONU, arriva a Rangoon per incontrare i capi della
giunta. Incontra Aung San Suu Kyi.
4 OTTOBRE: la CISL pubblica
l’elenco delle oltre 300 imprese che importano ed esportano con la
Birmania e chiede che interrompano i loro affari con la giunta.
5
OTTOBRE: si riunisce il Consiglio di Sicurezza, Gambari riferisce della
missione in Birmania. Continuano gli assalti dell’esercito contro i
monasteri tra cui quelli di Shwetaungpaw, Dhammazaya e Sandilayama
Zayawaddy, e la caccia ai monaci ma anche alla Pagoda di Chauk Htat
Gyee, al monastero Maggin a Rangoon; alcuni militari chiedono sino a 130
euro, in cambio del rilascio di detenuti importanti. I cristiani
birmani iniziano a pregare per la Birmania. Oltre 6000 persone di 57
parrocchie coinvolte nella regione di Myitkyina. Il generale Than Shwe
riceve l’inviato dell’ONU Gambari e si dichiara disponibile a incontrare
Aung San Suu, se rinuncerà alle richieste di sanzioni economiche. Aung
San Suu Kyi rifiuta.
Il prezzo dei generi di prima necessità aumenta di ora in ora a Rangoon, le manifestazioni continuano.
6 OTTOBRE: in tutto il mondo si organizzano manifestazioni di fronte alle ambasciate della Birmania.
8
OTTOBRE: spuntano i forni crematori. Testimonianze su religiosi
schiacciati e poi cremati in massa. In Giappone si celebrano i funerali
del fotoreporter Kenji Nagai, ucciso a bruciapelo da un militare birmano
durante le manifestazioni a Rangoon.
Testimoni dei massacri del 27
settembre a Rangoon affermano che quel giorno l’esercito sparava
direttamente dai camion facendo oltre trenta morti.
9 OTTOBRE: i dissidenti denunciano almeno 200 corpi dei manifestanti uccisi, cremati di nascosto dalla giunta.
10
OTTOBRE: Paulo Sérgio Pinheiro inviato del Consiglio dell’ONU per i
diritti umani ha avuto mandato di effettuare una missione in Birmania.
11
OTTOBRE: i gioiellieri Bulgari, Tiffany e Cartier annunciano che non
acquisteranno più preziosi birmani sino al ritorno della democrazia.
Il sindacato internazionale chiede forti sanzioni economiche che comprendano gas, legno, minerali e pietre preziose.
Il
Consiglio di Sicurezza dell’ONU raggiunge un compromesso e approva un
documento che «deplora fortemente» la violenta repressione delle
manifestazioni pacifiche da parte della giunta. La Rolls Royce chiude le
proprie attività in Birmania.
12 OTTOBRE: il sindacato birmano
FTUB chiede in un appello sanzioni economiche robuste a partire dai
settori del gas, pietre preziose, minerali, legno.
13 OTTOBRE:
Gambari parte per un giro di consultazioni nelle capitali di Thailandia,
Malesia, India e Cina, e programma di ritornare a Rangoon per discutere
con i generali e Aung San Suu Kyi. Finte manifestazioni vengono
organizzate dalla giunta militare a sostegno del governo costringendo
migliaia di persone a partecipare.
15 OTTOBRE: il Consiglio dei
Ministri europei vara nuove sanzioni e vieta gli investimenti e
l’esportazione di macchinari per i settori del legno, delle pietre
preziose, dei minerali e l’importazione di prodotti di questi settori.
Rimane escluso il settore del gas e dell’energia.
La Thailandia propone un foro di Paesi asiatici senza precondizioni per discutere con la giunta militare.
16 OTTOBRE: l’NLD chiede alla giunta di fermare le torture e liberare tutti gli oltre 3000 arrestati.
18
OTTOBRE: Htay Kywe, Mie Mie e Aung Thu, leader del gruppo «Generazione
88» che avevano guidato le proteste, vengono arrestati insieme a Ko Ko,
che li aveva aiutati a nascondersi.
Muore il primo ministro birmano,
generale Soe Win, accusato di aver orchestrato l’attacco di Depayin del
2003 che ha causato la morte di un centinaio di persone e il riarresto
della leader.
Il famoso commediografo birmano Zanagar e il famoso
attore Kyaw Thu sono stati liberati dalla giunta. Oltre 300 membri
dell’NLD sono in carcere, di cui cinque già condannati a vari anni di
reclusione.
24 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi compie il suo dodicesimo
anno di arresti domiciliari. Manifestazioni in tutto il mondo per la
sua liberazione.
25 OTTOBRE: Aung San Suu Kyi incontra il nuovo ministro per i rapporti con l’ONU Aung Kyi.
31 OTTOBRE: oltre 100mila monaci scendono in piazza a Pakokku al centro della Birmania.
L’esercito recluta con la forza minori e bambini.
2 NOVEMBRE: la giunta decide di espellere il rappresentante dell’ONU Charles Petrie.
3 NOVEMBRE: Gambari, rappresentante dell’ONU, arriva i Birmania per colloqui con la giunta e con Aung San Suu Kyi.
7 NOVEMBRE: a Rangoon alcuni giovani stracciano copie del giornale ufficiale della giunta «The New Light of Myanmar».
La Croce Rossa si dichiara «profondamente» preoccupata per il futuro degli arrestati.
8
NOVEMBRE: Gambari lascia la Birmania dopo aver incontrato Aung San Suu
Kyi e i membri della giunta ma non il generale Than Swe. Piero Fassino è
nominato inviato speciale per la Birmania dell’Alto rappresentante
dell’UE per la Politica estera, Javier Solana.
9 NOVEMBRE: Aung
San Suu Kyi emette un comunicato attraverso Gambari in cui auspica
disponibilità a un dialogo tripartito con la giunta. Aung San Suu Kyi ha
incontrato i leader dell’NLD dopo tre anni.