Hope: Sostegno ai rifugiati fuggiti dalle violenze della giunta militare birmana.
Progetto finanziato da Fondazione Prosolidar
Sostegno alle attività educative e sostegno psicologico per 200 bambini e bambine e ragazzi/e rifugiati in una zona sicura della Birmania e fuggiti dalle violenze della dittatura militare.
Il progetto è realizzato in Myanmar, nello Stato Kayin (Karen) e mira a garantire 1) istruzione a 200 bambini, adolescenti e 20 giovani all’ITC, figli di coloro che sono dovuti fuggire dalle città e dai villaggi, bombardati dalla giunta militare birmana. L’ultimo rapporto del mese di settembre 2022 dell’UNHRC dichiara che i rifugiati interni sono 87.400 solo nello Stato Kayin, secondo UNHCR ma 170.000 sfollati informali, secondo il Karen Human Rights Group).
Il progetto educativo sarà realizzato, grazie al coinvolgimento di 14 insegnanti fuggiti dalle città, a causa della repressione e che ora sono rifugiati interni. Durante la giornata sarà garantito un pasto a tutti i bambini e ragazzi coinvolti nel progetto, oltre a materiale didattico, stampato per l'occasione. Le lezioni si terranno nei locali adibiti a scuola di una cittadina nello Stato di Kayin (Karen).
Il progetto è volto ad aiutare a migliorare le condizioni di vita dei figli degli sfollati interni, attraverso il loro coinvolgimento in attività educative partecipative e il supporto psicologico e sociale per superare i traumi del conflitto (OG).
Gli obiettivi specifici sono: garantire l'istruzione di 200 bambini/adolescenti (OS1) Il reinserimento e il potenziamento delle competenze professionali degli insegnanti, che hanno dovuto abbandonare il lavoro a causa delle minacce della giunta militare, e il futuro possibile reinserimento dei bambini nei processi scolastici, forze trainanti per innescare processi per migliorare le condizioni di vita locali.
Molti villaggi sono stati bruciati dai soldati della giunta per rappresaglia e per schiacciare l'opposizione democratica. Decine di persone sono state bruciate vive. Nel solo Stato di Kayin (Karen), Secondo l'UNHCR, nel febbraio 2022 c'erano 68.400 sfollati in campi temporanei, senza alcuna assistenza umanitaria, perché bloccati dai militari.
I nuovi sfollati hanno messo a dura prova campi improvvisati già sovraffollati, mentre molti altre migliaia di sfollati hanno trovato rifugio all’interno dei villaggi e altri si nascondono nella giungla. C'è una domanda crescente di forniture mediche e cibo. Ma c'è anche la necessità di garantire la possibilità a ragazzi e ragazze di poter frequentare la scuola e superare il trauma della fuga.