17/01/2015
Gravissimi insulti del monaco nazionalista U Wirathu nei confronti della rappresentante ONU per i diritti umani
alcune centinaia di monaci estremisti a Rangoon contro il riconoscimento dei diritti dei Rohingya e contro la posizione ONU

Un gruppo di circa 500 monaci e laici guidati dal monaco oltranzista Wirathu e da Parmaukkha hanno marciato dalla Pgoda di Kyay Thon vicino alla Pagoda di Shwedagon alla township di Tamwe vicino al centro storico portando cartelli con scritto.: “ le decisioni ONU provocano problemi in Birmania e noi siamo contro”.  Tra i manifestanti vi erano membri della Reta Nazionale Arakan, che ha condannato la richiesta ONU per il riconoscimento  ai rappresentanti della cittadinanza alla comunità Rohingya nati nel paese. La manifestazione è stata organizzata in coincidenza con la conclusione della seconda visita  nel paese di 10 giorni della rappresentante ONU Yanghee Lee.  “ i diritti mani fondamentali non sono gerarchici, non c’è alcuna condizionalità ne uno sia sovrapposto ad un altro. Sono inalienabili” ha dichiarato la rappresentante ONU. “ voglio assicurare che in tutti i miei incontri con gli interlocutori governativi uso il termine Rohingya. I diritti dei Rohingya devono essere protetti, promossi e garantiti”

”A dicembre scorso l’Assemblea Generale ONU ha approvato una risoluzione non vincolate, scritta dalla UE, che chiedeva a Naypyidaw di estendere il diritto di cittadinanza ai Rohingya e di rimuovere le restrizioni di movimento imposte sulle popolazioni di questa etnia. La risoluzione chiedeva inoltre di indagare sugli abusi nei confronti dei diritti registrati nello Stato Arakan, di prevedere un equo accesso ai servizi essenziali e di garantire la riconciliazione tra le comunità buddhiste e mussulmane della regione.

In un intervento durante la manifestazione nello stadio di Kyeikkasan nella township di Tamwe, il controverso monaco nazionalista Wiratu ha insultato la relatrice speciale ONU per i diritti umani in Birmania, Yanghee Lee, chiamandola “puttana” per i suoi  presunti pregiudizi nei confronti della minoranza mussulmana Rohingya.

“Abbiamo reso pubblica la nostra legge sulla protezione della razza, ma senza neanche averla studiata, questa cagna [in birmano: kaungma], continua a lamentarsi di come la legge violi i diritti umani. “ ha gridato di fronte a centinaia di sostenitori.