A Expo.
La rinascita della Birmania passa anche dai contadini.
Il nostro seminario a
Expo Milano 2015 accende i riflettori sui contadini birmani,
protagonisti della rinascita del Paese, dopo 50 anni di dittatura, con
un incontro promosso dall'associazione Italia-Birmania. Insieme.
L’incontro si è tenuto all’interno della Cascina Triulza alla presenza,
tra gli altri, diel Ministro Giampaolo Cantini, direttore generale per
la Cooperazione allo Sviluppo e della Presidente del Comitato
Scientifico per Expo Milano 2015 del Comune di Milano, Claudia Sorlini.
Il Presidente di Italia-birmania.Insieme Prof. Scotti nella sua
introduzione ha evidenziato che: " i grandi temi posti dalla Carta di
Milano e da EXPO devono diventare parte delle politiche di sostegno alla
transizione democratica che la Birmania sta intraprendendo, tra mille
ostacoli e difficoltà". e poi ha messo in evidenza come "ancora oggi
sia pesanteè l’eredità della dittatura che ha causato la confisca e
l’accaparramento delle terre. Un problema che le attuali leggi birmane
non hanno cancellato, continuando ad agevolare la conversione delle
straordinarie foreste in investimenti agroindustriali poco sostenibili.
Sino al 2013, senza il consenso dei contadini interessati, sono stati
concessi in affitto a investitori soprattutto cinesi, oltre 2 milioni di
ettari di terra. Più di un quarto del totale è occupato da piantagioni
per la produzione della gomma.
Maung Maung, presidente della
Confederazione dei Sindacati Birmani (CTUM), ha sottolineato come:
"Sarebbe bene se riuscissimo a portare investimenti ma siamo qui anche
per ricevere supporto con la tecnologia e la formazione. Non basta il
cambiamanto politico, ci vuole buona amministrazione, un buon sistema
bancario e di credito". Maung Maung ha aggiunto che fino a 50 anni fa il
suo Paese era un grande esportatore di riso, mentre ora la produzione
non riesce a coprire il fabbisogno interno.
Anche il Ministro
Cantini ha messo l'accento sull'importanza della formazione e del
trasferimento di conoscenze da parte del Governo italiano: "Le nostre
aree di elezione sono governance, sviluppo rurale e crescita del settore
privato". In particolare, i progetti di cooperazione sono destinati a
migliorare la produttività della piccola agricoltura sostenibile e a
offrire un sostegno giuridico per la tutela dei diritti rispetto alla
tematica dell'espropriazione e accaparramento delle terre da parte di
aziende straniere.
Cantini ha anche spiegato come in una fase in
cui la cooperazione italiana si sta concentrando nell'area del
Mediterraneo e in alcune aree dell'Africa sub-sahariana, la Birmania
rimane una priorità. "Una scelta strategica e politica con un obiettivo
molto importante che è quello di sostenere il processo della transizione
democratica".
Claudia Sorlini, Presidente del Comitato
Scientifico di EXPO ha sottolineato come questo sia un momento di
speranza per la Birmania. Riguardo all'iniziativa di Italia-Birmania.
Insieme, l'accademica ha commentato: "Questo è un progetto
interessantissimo nell'ambito del quale si è riusciti a ricostituire un
sindacato di tutti gli agricoltori. È un segnale dell'importanza che
stanno assumendo anche i lavoratori più modesti. Infatti, nonostante
l'agricoltura contribuisca più di altri settori all'economia, chi lavora
la terra è sempre trattato molto male".
Luigi Sbarra, Presidente
della Fondazione FAI-Cisl e Segretario Confederale, ha sottolineato
l'impegno decennale della CISL e del sindato a sostegno della Birmania e
ha denunciato come nel mondo oltre 3 miliardi di persone viva in zone
rurali ed il 32% della forza lavoro mondiale lavora agricoltura. "Ad
EXPO " ha detto Sbarra, questi temi non possono essere ignorati. Se
vogliamo costruire un futuro sostenibile per il pianeta, se si vuole
promuovere un’agricoltura responsabile si deve affrontare
contemporaneamente la crisi del lavoro e del lavoro dignitoso e di
qualità." I contadini presenti hanno illustrato il lavoro fatto per
promuovere nei villaggi l'agricoltura organica, la qualità dei suoli e
delle sementi, pur in condizioni estremamente precarie e in assenza di
risorse i risultati cominciano a vedersi. chiedono anche un grande
sostegno alla formazione.