Democratic Voice of Burma – Due contadini coinvolti in dispute legate alla terra in Birmania, sollevate dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, sono stati condannati a sette anni di prigionia. Un parente di Nyan Myint e Thura Aung, padre e figlio di Aunglan nella provincia Magwe nella Birmania centrale, ha dichiarato che i due sono stati condannati per le accuse di appropriazione indebita e danni alla proprietà pubblica.
Il loro caso era stato preso in carico dall’ILO a Rangoon, che ha il mandato di occuparsi di casi di dispute legate alla terra in Birmania. L’esercito birmano nel 2007 ha confiscato terra coltivabile appartenente ai due contadini ma, grazie all’intervento dell’ILO, la terra stessa era stata riconsegnata all’inizio di quest’anno. In Agosto però, i due sono stati accusati di aver tagliato un albero di eucalipto nella terra e conseguentemente arrestati. Secondo quanto detto dal parente, che ha parlato con Democratic Voice of Burma rimanendo anonimo, gli alberi erano già stati danneggiati. Ha aggiunto che è probabile che la sentenza derivi dal fatto che i due si siano rivolti all’ILO. L’ILO ha riconosciuto il fatto che, nonostante ci sia un accordo con il governo birmano affinché chi denuncia non venga colpito, il rischio rimane. In Ottobre, 12 contadini che avevano inoltrato denunce all’ILO sulla confisca delle terre sono stati condannati fino a cinque anni di lavori forzati. “I leader del governo hanno siglato un accord con l’ILO di non imprigionare e condannare le persone al lavoro forzato” ha detto il parente “Ma ora le autorità locali stanno mandando le persone in prigione”. Un rapporto dell’ILO rilasciato il mese scorso dichiara che “c’è un divario serio tra le parole del governo centrale sull’interrompere il lavoro forzato e il comportamento delle autorità locali – civili e militari. Secondo il parente, la famiglia di Nyan Myint e Thura Aung non ricorrerà in appello contro la sentenza “Questo è un compito dell’ILO e noi crediamo che loro procederanno nel modo giusto – noi non ricorreremo in appello” ha detto. (Puoi leggere l'articolo in originale su Democratic Voice of Burma) (15 Dicembre 2009)
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