Myanmar conflict: Fake photos inflame tension
Conflitto birmano. Foto false infiammano le tensioni
Jonathan Head
South East Asia correspondent
2 settembre 2017�
Un articolo pubblicato dalla BBC http://www.bbc.com/news/world-asia-41123878
mostra come siano state pubblicate sui social media alcune video e
foto false, che si diceva ritraessero le violenze accadute nello Stato
Rakhine nei confronti dei mussulmani Rohingya. In realtà erano foto di
episodi accaduti in altri paesi e in anni precedenti.
Queste ed
altre foto false hanno contribuito ad infiammare le tensioni tra
mussulmani e buddhisti in Birmania e nei confronti del governo birmano.
Purtroppo l’accesso all’area del conflitto è fortemente limitato
soprattutto dopo gli ultimi attacchi terroristici da parte dell’Arakan
Rohingya Salvation Army, che ha rivendicato gli ttentati a 30 postazioni
di polizia e che hanno dato luogo ad ulteriori uccisioni, incendi di
villaggi da parte dei militanti mussulmani, spesso sostenuti dalle
popolazioni o da parte delle forze di sicurezza.
Il 29 agosto il
vice primo ministro turco, Mehmet Simsek, ha twittato quattro foto, ed
ha sollecitato la comunità internazionale a fermare la pulizia etnica
dei Rohingya. Il messaggio e le foto sono state ritweettate più di
1.600 volte, ma la autenticità delle fotografie è stata messa in
discussione. Alcune foto infatti ritraggono le vittime del Ciclone
Nargis del 2008, altre ritraggono probabilmente l’affondamento di un
battello su un fiume birmano e sono state prese da un sito di oltre un
anno fa. La foto di una donna che piange la morte di un uomo risale al
2003 ed è stata scattata ad Aceh Indonesia da un fotografo della
Reuters. La terza foto di due bambini in lacrime sul corpo della madre
viene dal Ruanda del 2003 e fu scattata da Albert Facelly for Sipa, ed
ha vinto il World Press Award.
Mentre la foto di persone immerse
in un canale può essere vista in un sito che fa appello a una raccolta
fondi a seguito della recente alluvione in Nepal. Una foto che sembra
ritrarre militanti Rohingya nell’atto di addestrarsi a sparare in realtà
è risultata essere una foto di volontari Bengalesi in lotta per la
guerra di indipendenza nel 1971. Per questi motivi quando il team della
Commissione Diritti Umani dell’ONU ha iniziato ad indagare le violazioni
dei diritti umani in Rakhine, si è rifiutata di utilizzare video o
fotografia, al di fuori di quelle ottenute direttamente. Il rapporto ONU
cita in modo meticoloso i dettagli e le modalità di raccolta delle
informazioni raccolte sulla “devastante crudeltà” perpetrata dalle forze
di sicurezza. Sono state commesse atrocità da entrambe le parti , ma la
situazione per i Rohingya, ora sotto un robusto attacco delle forze di
sicurezza e di civili armati, sembrano essere molto peggiori. Ottenere
un quadro accurato di quanto sta succedendo, in ogni caso, richiederà
molto tempo, visto anche il limitato accesso all’area da parte di
osservatori indipendenti. Ma le campagne di disinformazione,
peggioreranno gli atteggiamenti da ambe le parti e probabilmente
renderanno il conflitto peggiore.