Documenti descrivono la crescente cooperazione nucleare tra Corea del Nord e Birmania – Articolo di Chico Harlan
Washington Post – Un gruppo di documenti diplomatici
americani rilasciati questa settimana confermano la cooperazione nucleare tra
Corea del Nord e Birmania, da lungo sospettata, suggerendo che centinaia di
Nordcoreani sono stati impiegati presso una sito militare nella giungla birmana
(come già
ampiamente descritto nei mesi scorsi).
I documenti dell’Ambasciata americana
a Rangoon, rilasciati giovedì da WIkileaks, non sono ancora definitivi, dal momento
che riferiscono informazioni raccolte da osservatori terzi, imprenditori,
lavoratori. Ma nutrono le crescenti paure di una partnership tra due dei paesi
più opachi al mondo, con una Corea del Nord sull’orlo della bancarotta che
vende tecnologia nucleare alla Birmania – che ora include la capacità di
arricchire l’uranio – in aperto contrasto con le sanzioni delle Nazioni Unite
disegnate proprio a questo scopo.
I sospetti sono circolati per parecchi anni circa le ambizioni nucleari
birmane. Come gli analisti di non-proliferazioni pensavano, queste ambizioni
avrebbe determinato l’aiuto di Pyongyang. Il Segretario di Stato Hillary Clinton
ha da tempo portato all’attenzione internazionale la possibile cooperazione
nucleare tra la Corea del Nord e la Birmania.
Un memo dell’Agosto del 2004 cita informazioni da un funzionario birmano
che riferisce che 300 nordcoreani stavano lavorando su missili terra-area in un
sito militare segreto, presso la città di Mimbu. Contestualmente si stava “costruendo
una struttura sotterranea 500 piedi dalla sommità della cava alla sommità della
collina sovrastante”.
La fonte, viene riconosciuta
dal memo come non prova definitive della cooperazione militare e nucleare. Il
documento afferma anche l’informatore ha sovrastimato il numero di nordcoreani
sul sito. “Questa notizia” dichiara il memo “deve essere considerato insieme a
tutte le altre informazioni di varia origine per indicare che birmani e
nordcoreani stanno comunque lavorando a qualcosa”.
(Per leggere la continuazione dell'articolo visita il sito del
Washington Post)
(Altre informazioni sui documenti rilasciati da Wikileaks si trovano sul
New York Times, sul
Wall Street Journal e su The Irrawaddy, tra gli altri)
(11 Dicembre 2010)