La folla capitanata da buddhisti ha attraversato martedì le strade della capitale dello Stato Rakhine, lanciando pietre contro gli uffici e le case degli operatori umanitari internazionali provocando l’evacuazione della maggior parte del personale non essenziale, secondo le dichiarazioni dei residenti e dei funzionari. Alcuni sono stati evacuati, altri messi sotto protezione di una guest house della polizia. Non ci sono almeno per ora dati ufficiali, che nessuno si è fatto male a seguito delle violenze , iniziate a Sittwe, capitale dello stato la sera di Mercoledì e sono riprese di nuovo all’alba di giovedì, con folle inferocite che sono diventate da diverse centinaia a più di 1.000 persone. Almeno un edificio è stato saccheggiato e tre auto danneggiate, hanno dichiarato alcuni operatori umanitari in condizione di anonimato per paura di ritorsioni.
La Birmania è un paese a maggioranza buddista, composto da 60 milioni di abitanti ed emerso nel 2011 da mezzo secolo di regime militare . Ma la ritrovata libertà di espressione che ha accompagnato la sua transizione verso la democrazia ha dato voce all'odio religioso, scatenando la violenza che ha provocato fino a 280 morti e ha costretto altre 140.000 persone alla fuga dalle loro case. La maggior parte delle vittime sono state Rohingyia, una minoranza musulmana a lungo perseguitata. Le organizzazioni umanitarie che hanno fornito assistenza a coloro che ora vivono in campi affollati - dove hanno scarso accesso al cibo, all'istruzione o alla sanità - hanno subito per mesi minacce e intimidazioni da parte dei buddisti Rakhine, limitando la possibilità per loro di lavorare.
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