una ulteriore semplificazione dopo l'eliminazione delle sanzioni americane
Dopo solo pochi mesi dalle elezioni del 2015, il Parlamento birmano ha introdotto alcune importanti riforme legislative che cancellano la maggior parte delle leggi draconiane, approvate durante la dittatura militare e che consentivano di spiare e perseguire ogni potenziale dissidente. E’ stata abrogata la legge che obbligava la registrazione di chiunque fosse ospitato, anche per una notte in un’altra abitazione e la legge sull’emergenza, utilizzata dalla giunta militare per arrestare e mettere sotto silenzio gli attivisti politici. Altre norme nel settore economico sono state approvate per rafforzare il mercato del lavoro, migliorare i controlli sulle transazioni di valuta straniera e adeguare le istituzioni finanziarie, alle norme cosiddette di Basilea sulle banche, introdotte a seguito della crisi finanziaria del 2008. Un lavoro congiunto tra la Direzione degli Investimenti e l’Amministrazione delle imprese (DICA) e l’ADB ha messo a punto un nuovo testo di legge che dovrebbe sostituire l’attuale Company Act, che pur fornendo un solido quadro normativo, contiene alcune norme superate e farraginose, che non essendo state cancellate creano incertezza, mentre mancano adeguate sanzioni e meccanismi di funzionamento. La proposta di legge dovrebbe regolare la registrazione, la proprietà, la gestione interna, prendendo spunto dalle leggi di Malesia, UK, Singapore e Hong Kong. La legge, una volta approvata, agevolerà le imprese individuali, le PMI e le imprese familiari, grazie alle semplificazioni amministrative previste, migliorando al contempo gli standard di corporate governance e introducendo meccanismi per la tanto attesa riforma delle imprese di stato[1].
Con l’obiettivo di modernizzare il paese, a partire dalle sue disastrate infrastrutture e, per attrarre investimenti esteri, Aung San Suu Kyi ha presentato, a luglio 2016, le linee del suo piano economico, che integra il programma di politica economica, stilato in campagna elettorale. Dodici punti che, nonostante le critiche di genericità di molti osservatori internazionali, fissano obiettivi strategici e disegnano le linee di un nuovo modello economico responsabile e inclusivo, con l’obiettivo di eliminare la povertà, aumentare l’occupazione e le professionalità, collegando domanda e offerta di lavoro, per rispondere sia alle necessità delle imprese che si stanno insediando nelle zone industriali che per incoraggiare il rientro dei lavoratori migranti e dei rifugiati. Tra le priorità, il potenziamento e l’ammodernamento di alcuni settori chiave, come quello delle infrastrutture, l’agricoltura e il settore estrattivo, per il quale vi sarà l’obbligo di trasparenza e sostenibilità, a tutela delle risorse naturali del paese. Lo sviluppo di una robusta economia di mercato, prevedrà interventi per l’eliminazione del cosiddetto red carpet, la riduzione del peso dei monopoli, con la conseguente riforma e privatizzazione delle imprese di stato e l’espansione dell’accesso al credito.
E’ in questo quadro che il nuovo parlamento ha approvato la fusione della legge sugli investimenti nazionali con quella sugli investimenti esteri, introducendo forti semplificazioni, incentivi agli investimenti nelle zone remote e meno sviluppate, puntando a migliorare il clima degli investimenti, ad adottare misure che permettano lo sviluppo di Stati e regioni povere, anche come strumento di incentivo alla pace.
[1] Transforming Myanmar’s Corporate Landscape.Aung Naing Oo. Myanmar Times 16. 8.2016